Quella che stiamo per raccontarvi non è una fake news, ma una storia vera, che si interseca anche con Striscia e uno degli ultimi servizi sullo spaccio di droga realizzato da Vittorio Brumotti.
Siamo a Torino, dove il nostro inviato si è recato diverse volte per documentare lo stato di degrado. Anche durante la quarantena alcune zone della città brulicavano di giovani intenti a spacciare cocaina.
Nell’ultimo servizio realizzato in zona parco Sempione uno di questi si era distinto per il suo livore nei confronti di Brumotti.
Ora, stando a quanto si apprende dal quotidiano La Stampa, lo stesso aggressore sarebbe stato fermato sempre per sospetto spaccio di stupefacenti. Peccato che questa volta le dosi, invece che di cocaina, sarebbero di intonaco.
Sì, avete capito bene. A prima vista non ci si rende neanche troppo conto della differenza, ma in realtà si tratterebbe di piccoli pezzetti di calce, staccati dalle pareti e venduti a 20 o 30 euro.
Dopo l’ennesima retata, la Polizia ha dovuto rilasciare il giovane perché tecnicamente spacciare falsa droga non è un reato, non essendo la calce considerata una sostanza stupefacente.
Al di là dell’episodio, che suscita anche qualche ilarità, i dati che destano preoccupazione sono quelli rilasciati dalle forze dell’ordine, che parlano di un’attività – quella dello spaccio – che non ha conosciuto tregua neanche durante il lockdown.
Ad aprile, infatti, su 183 arresti effettuati, 104 sarebebro legati all traffico di stupefacenti, con marijuana e hashish tra le sostanze più vendute.
Con l’inizio della Fase 2 e la ripresa parziale delle attività, nella sola prima settimana di maggio, gli agenti avrebbero sequestrato ben 10 chili di droghe e arrestato una ventina di persone.
Segno che il mercato non conosce crisi, neanche di fronte una pandemia.