News

Reddito di cittadinanza: solo 536 assunti su 3 milioni di percettori

Reddito di cittadinanza: solo 536 assunti su 3 milioni di percettori

Reddito di cittadinanza: solo 536 assunti su 3 milioni di percettori

A più di tre anni dall’erogazione del decreto che ha introdotto il reddito di cittadinanza, misura politica attiva del lavoro per il contrasto alla povertà, alla disuguaglianza e all’esclusione sociale, sono stati resi noti i dati su chi ha trovato lavoro dopo il sostegno.

La relazione, fatta nel 2020 dalla Corte dei Conti, porta alla luce le cifre dell’Agenzia delle Entrate sulle aziende che hanno beneficiato dei crediti d’imposta per aver assunto un titolare del bonus.

536 assunti: il flop dei navigator

Nell’intenzione originale, il Reddito di cittadinanza avrebbe dovuto sopperire alla mancanza di lavoro nell’attesa che delle figure preposte (i celebri navigator) aiutassero i percettori a trovare un impiego. Ed è qui che sono nati i primi problemi. Infatti, sia il futuro del sostegno che quello dei navigator è appeso a un filo. I contratti scadranno a breve, ma la possibilità di un rinnovo a seguito del nuovo Governo si fa sempre più flebile, in quanto questi tutor sarebbero ritenuti “inutili” all’interno di un meccanismo che non ha mai funzionato fino in fondo.

Reddito di cittadinanza, l’uso improprio del bonus

A coloro che criticavano il reddito di cittadinanza, chi invece lo sosteneva ha risposto con casi che confermano la possibilità concreta dei percettori di essere collocati in azienda. Però, sono diversi i tentativi da parte di alcuni “furbetti” di utilizzare il bonus in modo improprio come nel caso di alcuni commercianti che insieme ai percettori di reddito raggirano la legge offrendosi come “sportelli bancomat”. Infatti, tabaccai, benzinai o alimentari consentono di scambiare i soldi del reddito di cittadinanza per ottenere i contanti a fronte di una percentuale definita “commissione”.

Striscia la Notizia si è occupata di questi business illegali che vengono svolti grazie al reddito di cittadinanza.

Cosa è andato storto?

Secondo il rapporto del magistrato della Corte dei Conti Antonio Buccarelli sulla gestione dell’Inps nel 2020, la legge del reddito contiene una norma che consente a chi assume con contratto regolare i beneficiari di portare a credito d’imposta l’importo residuo del reddito. Così nasce un meccanismo di profitto per le aziende. Peccato che, indagando sui dati dei crediti di imposta rilasciati dopo le assunzioni, emerge un dato scioccante. In due anni solo 536 assunzioni.

Come mai nonostante gli incentivi (dati all’azienda dallo Stato) sono così pochi coloro che sono stati assunti? La causa sarebbe inizialmente da ricercare nell’inefficienza del sistema dei navigator e nella mancanza di controlli sul loro operato, ma dipenderebbe anche dall’organizzazione dei singoli centri per l’impiego a cui sono stati assegnati.

Inoltre, tra i compiti dei tutor ci sarebbe stato spronare i percettori di reddito a seguire corsi di formazione: in realtà si sono occupati più della mera burocrazia e del rapporto con aziende che pretendono il più delle volte impiegati già formati.  

Malgrado i tentativi di collocare i disoccupati, sono molto anche i loro “impedimenti” che fanno inceppare il meccanismo perché diversi percettori del reddito di cittadinanza, anche di fronte a offerte di lavoro, rifiuterebbero “la messa in regola” per continuare a ricevere il sussidio e poter svolgere altri impieghi in nero.

Ultime News

tutte le news