News

Striscia risponde al post di Nicola Lagioia: sei un falsario, da anni ti perseguitiamo? Ma se ti abbiamo fatto pure pubblicità al libro!

Striscia risponde al post di Nicola Lagioia: sei un falsario, da anni ti perseguitiamo? Ma se ti abbiamo fatto pure pubblicità al libro!

Striscia risponde al post di Nicola Lagioia: sei un falsario, da anni ti perseguitiamo? Ma se ti abbiamo fatto pure pubblicità al libro!

Nicola Lagioia accusa noi di Striscia la notizia di essere dei violenti che mistificano e manipolano. Ci accusa anche di subire nostre campagne mediatiche dal 2009.

Falsità: di lui ci siamo interessati soltanto due volte. Per legittima difesa, quando Lagioia aveva appoggiato chi aveva definito il nostro servizio sul CARA di Bari “il più nazista della storia della televisione”, commettendo l’errore di scambiare per una prigione il centro di accoglienza per i richiedenti asilo (2016). Successivamente, l’anno dopo, quando un uomo della cultura (forse un mitomane) aveva rivelato di aver ricevuto una sollecitazione dal ministro pugliese Massimo Bray per far diventare Lagioia direttore del Salone del libro.

Altro che persecuzione: ma se abbiamo pure fatto pubblicità in trasmissione al suo libro La Ferocia! (Einaudi).

Strano, poi, che Lagioia accusi di violenza proprio la nostra Rajae, dopo tutte le botte che lei ha ricevuto sul campo. Ma il “Cerchietto magico” del direttore del Salone non ha mai detto un parola in difesa della nostra inviata, vittima di attacchi sessisti e percosse, dimostrando che esistono due pesi e due misure. Come quelli utilizzati per la frase, violenta e perversa, che Lagioia ha rivolto a Melissa P. Stroncatura del primo romanzo della scrittrice che lui ha pubblicamente pronunciato quando aveva trent’anni compiuti. Altro che giovane inconsapevole.

«Con lei c’è una sola cosa da fare. La prendi. La metti a novanta appoggiata a un tavolo. Poi prendi Lolita di Nabokov. Strappi le pagine. Gliele infili una per una nel c**o. Dopo un po’, per osmosi, qualcosa assimila per forza». 

Ci resta ancora un dubbio (o meglio, abbiamo una certezza). Ora che Melissa Panarello è entrata nel suo omertoso “Cerchietto magico” e sono amichetti, Cento colpi di spazzola prima di andare a dormire è diventato un capolavoro mondiale?

Il servizio completo questa sera a Striscia la notizia (Canale 5, ore 20.35).

Ultime News

tutte le news

Potrebbero interessarti anche...

vedi tutti

"Ho lavorato nel CPR di Milano e ho visto un girone infernale"

Rajae Bezzaz torna a occuparsi dei Centri di permanenza per i rimpatri, in particolare del CPR di via Corelli a Milano: un membro delle forze dell'ordine ha voluto dare la sua testimonianza sulle condizioni che lui definisce "disumane" in cui vivono gli ospiti della struttura, con la somministrazione di sedativi da parte di sedicenti dottori. Si tratta - dice - di "un sistema da terzo mondo" che non risolve il problema degli immigrati irregolari, anzi, ne crea di nuovi.

Matrimoni misti: se la sposa è musulmana non arrivano all'altare

Matrimoni misti: se la sposa è musulmana non arrivano all'altare

Rajae Bezzaz indaga sulla complessa realtà delle coppie formate da credenti di religioni diverse, l'unico tipo di unione in crescita in Italia che spesso però incontra molte difficoltà. Se la donna è musulmana e l'uomo è cristiano o ebreo e non ha intenzione di convertirsi, l'Islam è nettamente contrario. E pochi superano questo ostacolo in nome dell'amore. L'inviata raccoglie le opinioni di diversi stranieri che vivono in Italia.

Cittadinanza a punti, l'Italia è pronta per il sistema cinese?

Cittadinanza a punti, l'Italia è pronta per il sistema cinese?

Rajae Bezzaz indaga sul sistema di "credito sociale" inventato la Cina: ogni abitante, controllato ovunque dalle videocamere di riconoscimento facciale, ottiene un punteggio in base al suo comportamento pubblico e privato e così viene premiato o penalizzato. Funziona? Chi è appena tornato dal grande Paese asiatico racconta, altri preferiscono non esprimersi. È possibile importare quel metodo in Italia? Molti ne dubitano.

Il boom delle occupazioni abusive delle case popolari di Torino

Il boom delle occupazioni abusive delle case popolari di Torino

Rajae Bezzaz è nella città piemontese dove è stato segnalato un aumento delle occupazioni di appartamenti di edilizia popolare a partire dallo scoppio della pandemia. L'inviata va nella zona segnalata e vi trova molti inquilini regolari piuttosto preoccupati, che raccontano dell'arrivo di molte famiglie rom. Che cosa accadrà? Impossibile saperlo, l'Azienda Territoriale per la Casa che ci occupa della questione ha scelto di non rispondere.