Il Tar ha riabilitato il maresciallo dei Carabinieri che aveva denunciato a Striscia la notizia l’emergenza dei migranti accampati attorno alla caserma di Gradisca d’Isonzo. La situazione paradossale che vivevano decine di persone provenienti dalla rotta balcanica era stata raccontata da Rajae Bezzaz in un servizio del 19 ottobre 2022. I giovani stranieri, tra i quali anche minorenni, erano costretti a bivaccare in strada e nel parco per iniziare la lunga pratica burocratica utile a ricevere poi l’assistenza al Centro di accoglienza per rifugiati, il Cara.
Fabio Fontana del sindacato carabinieri Unarma aveva spiegato al microfono dell’inviata che, non trattandosi di una competenza dei militari ma della Polizia di frontiera, i mezzi per affrontare l’emergenza erano carenti. «Riusciamo ad aiutarne 5 o 6, non di più, il resto è costretto a bivaccare. C’è un unico bagno per il personale, gli ospiti e i ragazzi che aspettano fuori. A volte è persino impossibile offrir loro un bicchier d’acqua: dal punto di vista logistico la situazione è grave» aveva detto Fontana. I carabinieri, cui veniva chiesto di attivare la procedura per la richiesta di protezione internazionale, erano costretti a trascurare le loro mansioni.
Qui è possibile rivedere il servizio: dopo la messa in onda, tuttavia, il maresciallo e rappresentante sindacale dei Carabinieri fu sottoposto alla sanzione disciplinare del “rimprovero”, proprio per l’intervista sui migranti che arrivavano a Casa Rossa a Gorizia ma venivano dirottati su Gradisca (circa 5 mila abitanti per un migliaio di richiedenti asilo).
Contro la decisione della Legione Carabinieri Friuli Venezia Giulia il maresciallo aveva inutilmente fatto ricorso al Comando interregionale Carabinieri Vittorio Veneto. Sulla base dell’assunto costituzionale che la libertà di pensiero, seppur critica, non può essere sanzionata il Tar ora ha ribaltato la situazione e cancellato il “rimprovero” che bloccò anche l’avanzamento di grado.
«È una sentenza innovativa – ha commentato Fontana, come riporta Il Gazzettino –. Costituisce un precedente importante, il Tar si è sostituito a un’amministrazione che fa ancora resistenza a riconoscere i sindacati. È stato riconosciuto che ci eravamo mossi nell’interesse di tutti: carabinieri, migranti e cittadini. E la grave situazione che si era venuta a creare si è risolta proprio dopo l’intervista televisiva».
Se per l’Arma Fontana divulgò notizie di interesse logistico-operativo con una condotta «disciplinarmente censurabile in quanto violazione dei doveri attinenti al giuramento prestato», per il Tar il giudizio è opposto: le dichiarazioni al tg satirico di Antonio Ricci non sono tali da poter ragionevolmente portare a valutazioni negative sulla sua fedeltà alle istituzioni repubblicane e sul suo senso di responsabilità o ledere il prestigio dell’istituzione cui Fontana appartiene. Fontana non avrebbe violato segreti «ma semplicemente espresso una propria considerazione, raccontando uno stato di fatto tutt’altro che segreto e rimarcando elementi di criticità della gestione del servizio riconosciuti dalla stessa amministrazione».
Il ministero della Difesa è stato condannato pagare le spese: 2500 euro.
«Vorremmo tornare a fare il nostro lavoro, stare in mezzo alla gente, preoccuparci di assistere le persone per strada, curare il nostro territorio» era stata la conclusione del messaggio del carabiniere durante l’intervista del 2022.