Il sito dell’Inps non ha retto all’assalto delle migliaia di richieste arrivate nel giorno in cui prendeva il via quello che in un primo momento era stato definito il “Click Day”.
Dalla mezzanotte dell’1 aprile, infatti, è possibile per lavoratori autonomi e partite Ivia richiedere il bonus di 600 euro previsto dal Decreto Cura Italia per fronteggiare l’emergenza Coronavirus. Ma già alle prime ore del mattino gli utenti riscontravano malfunzionamenti del sito dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale.
Nonostante nei giorni scorsi sia stato ripetuto più volte che non ci sarebbe stato nessun “Click day”, ma che le richieste sarebbero potute pervenire anche nei giorni a seguire, il portale è stato preso letteralmente d’assalto.
“Dall’una di notte alle 8.30 circa, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri”, ha dichiarato il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico.
#Bonus600euro @PTridico : “Dall’una di notte alle 8.30 circa, abbiamo ricevuto 300mila domande regolari. Adesso stiamo ricevendo 100 domande al secondo. Una cosa mai vista sui sistemi dell’Inps che stanno reggendo, sebbene gli intasamenti sono inevitabili con questi numeri” pic.twitter.com/qHaIzETEdi
— INPS (@INPS_it) April 1, 2020
”Come abbiamo detto più volte – afferma Tridico – le domande possono essere fatte per tutto il periodo della crisi, anche perché il Governo sta varando un nuovo provvedimento sia per rifinanziare le attuali misure sia per altre”, ha specificato all’Ansa.
Attualmente però il sito risulta irraggiungibile, come vi mostriamo in uno screenshot effettuato alle ore 13, motivo per cui l’hashtag #Inpsdown è arrivato in cima a quelli utilizzati su Twitter.
Ma questo non è l’unico problema con cui l’Inps deve confrontarsi in queste ore. Perché proprio sui social diversi utenti stanno pubblicando immagini e video lamentando violazioni della privacy proprio durante la compilazione online della richiesta: ad alcuni sarebbero comparsi nominativi e dati sensibili di altri utenti.
#INPSdown dopo il login con le mie credenziali posso vedere i dati di una ventina di persone. Se qualcuno vede i miei può fare la richiesta del #bonus600 al mio posto e avvisarmi? Grazie pic.twitter.com/yAIc166hcI
— Carlo A. Zanaboni (@czanaboni) April 1, 2020
“Siamo molto preoccupati per questo gravissimo data breach. Abbiamo immediatamente preso contatto con l’Inps e avvieremo i primi accertamenti per verificare se possa essersi trattato di un problema legato alla progettazione del sistema o se si tratti invece di una problematica di portata più ampia. Intanto è di assoluta urgenza che l’Inps chiuda la falla e metta in sicurezza i dati”, ha dichiarato in proposito all’Adnkronos Antonello Soro, Garante Privacy.
Non è la prima volta che un sito pubblico va in tilt per il sovraccarico di richieste. Stessa sorte era capitata poco più di un mese fa alla piattaforma dedicata alla richiesta del bonus seggiolino: sito impallato e successiva dichiarazione del Ministero che prometteva rapida risoluzione del problema.
La legge che sancisce l’obbligo di dotarsi dei seggiolini provvisti di dispositivi antiabbandono è entrata in vigore il 7 novembre scorso e riguarda bambini di età inferiore a 4 anni. In seguito alle difficoltà riscontrate dai negozianti, che non avevano avuto il tempo di rifornirsi, il governo ha concesso una sorta di periodo di transizione assicurando che le multe partiranno soltanto dal prossimo 6 marzo.
In seguito al caos che era generato allo scoccare dell’entrata in vigore della norma il nostro Valerio Staffelli aveva omaggiato il ministro De Micheli del meritato Tapiro d’oro.