Durante l’edizione 2019 del festival fa scalpore la canzone presentata in gara da Achille Lauro. Il titolo è Rolls Royce. A prima vista, nulla di strano. Come sottolineato da Striscia la notizia, però, il nome del brano non è un semplice riferimento alla storica casa automobilistica britannica. Rolls Royce, in realtà, è il nome di una pasticca di ecstasy, una delle droghe più diffuse tra i giovanissimi. Sulla pastiglia è poi riprodotto il marchio della nota azienda produttrice di auto, con le due R sovrapposte. Inoltre, la famosa statuetta posta sul radiatore delle Rolls, che rappresenta una donna piegata in avanti, con le ali distese all’indietro e verso l’alto, viene chiamata “Spirit of Ecstasy”. Coincidenze? Il tg satirico non ci crede e nel servizio si chiede se l’allora direttore della kermesse, Claudio Baglioni, fosse davvero cosciente del vero significato del brano di Achille Lauro quando l’ha scelto.
Junior Cally e i testi violenti contro le donne. Giusto ammetterlo al Festival di Sanremo?
Anche Junior Cally, nome d’arte del rapper romano Antonio Signore, fa parlare di sé prima di prendere parte come concorrente all’edizione 2020 del Festival della Canzone Italiana. Purtroppo, anche nel suo caso, si tratta di critiche. Il centro della discussione sono i suoi testi, con espliciti riferimenti di violenza contro le donne. Scoppia una polemica e si esprime anche il Presidente della Rai Marcello Foa, che dichiara di trovare “eticamente inaccettabile” la presenza dell’artista al Festival. Alla fine, però, come quasi sempre accade, si decide di non escluderlo. Junior Cally si esibisce sul palco dell’Ariston con la sua No Grazie e arriva ultimo nella competizione. Della figura controversa del rapper si è occupato anche l’inviato Pinuccio e in questo servizio, nel quale parla della cosiddetta “operazione pulizia cantanti”, il cui scopo è rendere presentabili artisti come Cally e Lauro.