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La replica di Striscia al Secolo XIX: «Le Veline non sono mute»

La replica di Striscia al Secolo XIX: «Le Veline non sono mute»

La replica di Striscia al Secolo XIX: «Le Veline non sono mute»

Gentilissima Silvia Neonato,

grazie della cortese risposta. Lei parla di «assoluto, perenne silenzio», ma le Veline parlano! E succede spesso, a volte anche per spiegare il loro significato parodistico. Nella puntata del tg satirico dell’8 ottobre 2009, per esempio, Costanza Caracciolo ha raccontato come sono nate le Veline: «Nel settembre 1988 – trascriviamo da quella puntata – arriva al culmine la polemica sull’uso delle donne nude sui settimanali come L’Espresso e Panorama. Per la prima volta si usava il corpo della donna come gadget per vendere l’informazione. Due mesi dopo, nel novembre 1988, al debutto di Striscia la notizia, siamo nate noi come parodia di quelle copertine, ma… in vera pelle».

Le Veline Caracciolo e Nargi hanno anche presentato la rubricaSvelate”: ogni settimana facevano un’incursione nelle pagine di quotidiani, settimanali e siti internet dei più grandi gruppi editoriali italiani per mostrare ai telespettatori come la stampa, che indicava le Veline come l’origine di tutti i mali, utilizzava il corpo della donna. Hanno anche stilato una classifica delle immagini di corpi femminili apparse sui giornali, riprendendosi così una facile rivincita sulla macchina del fango che le aveva ingiustamente coinvolte. Le testate prese in esame erano “Io Donna” (inserto del “Corriere della Sera”), “D – la Repubblica delle Donne” (inserto de “la Repubblica”), “La Stampa” – che titolava “Il futuro delle donne è nel pantastivale” –, “Panorama” e “Vanity Fair”. Al termine della carrellata di foto di donne semivestite o del tutto svestite, veniva trasmesso a mo’ di tormentone il frammento de “L’Infedele” (in onda su La7) in cui la giornalista Maria Laura Rodotà affermava che grazie alle donne nude «ci si paga lo stipendio». Anche Elena Barolo ha rivestito il ruolo di inviata sotto copertura come “Velina di Montecristo”.

Lei ci chiede perché se molte Veline hanno condotto programmi «non potrebbero almeno in una puntata alternare, anche a Striscia, la danza con un ruolo attivo nel notiziario». Già fatto. Le coppie Corvaglia/Canalis e Cioni/Frasca hanno anche condotto Striscia, mentre molte altre coppie di Veline hanno avuto parti anche dietro al bancone.

Nargi e Caracciolo sono state, inoltre, le conduttrici dello spin off del programma dal titolo “Le Nuove mostre”. Per non parlare poi delle numerose Veline che si sono succedute alla conduzione di Paperissima Sprint.

Nella fotogallery a titolo di esempio alcuni frame documentativi.

Infine, lei scrive, a proposito di Carla Fracci, che «mentre ballava, non volteggiava intorno a dei redattori che leggevano e commentavano notizie». Ma neanche le Veline lo fanno: qui riportiamo ancora una volta le parole di Caracciolo e Nargi: «Striscia è un varietà, e lo si capisce dal fatto che i due simpaticoni che lo conducono sono dei comici e non dei giornalisti. E poi, pupazzi, Tapiri e addirittura gente con lo sturacessi in testa…». Non redattori, ma comici. Non vallette mute, ma parodie ballanti (e parlanti).

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