Si è conclusa l’inchiesta che nel 2019 portò all’arresto Martino Tamburrano e altri, che riguardava l’ampliamento della discarica di Grottaglie. L’imputato, all’epoca, era esponente di Forza Italia. L’accusa? Aver ricevuto soldi e un’auto da 50 mila euro in cambio dell’autorizzazione all’ampliamento.
Striscia la Notizia ha seguito dal principio la vicenda, documentando già dal 2018 come Martino Tamburrano utilizzasse la sua carica da Presidente della provincia di Taranto per compiere manovre illecite. Infatti, era già stato sanzionato con l’interdizione al conferimento di incarichi per tre mesi a causa della nomina irregolare dell’ex amministratore unico del Ctp (Consorzio dei trasporti della provincia di Taranto), Giuseppe Marraffa.
La condanna e l’interdizione di Tamburrano e degli altri imputati
Arriva la condanna da parte del tribunale di Taranto a 9 anni e mezzo di reclusione per l’ex Presidente della Provincia Martino Tamburrano, arrestato il 14 marzo 2019 nell’ambito dell’inchiesta per la concessione dell’autorizzazione all’ampliamento della discarica di Grottaglie – contrada Torre Caprarica.
Circa un anno prima dalla condanna, Striscia aveva ottenuto una testimonianza contro Tamburrano da parte di Roberto Falcone, un ex amministratore pubblico che era stato sollevato dall’incarico per aver denunciato alcune illegalità dell’ex Presidente della provincia di Taranto.
Condannati anche gli altri imputati con misure cautelari: 9 anni di reclusione per l’imprenditore di San Marzano di San Giuseppe, Pasquale Lonoce (titolare di una società attiva nel settore di raccolta e smaltimento dei rifiuti), 8 anni per il procuratore speciale della società-gestore della discarica di Grottaglie, Roberto Natalino Venuti e 7 anni per l’ex dirigente della Provincia Lorenzo Natile. I reati sono a vario titolo: corruzione e turbata libertà degli incanti.
Inoltre, il Tribunale ha dichiarato tutti gli imputati interdetti in perpetuo dai pubblici uffici e in stato di interdizione legale durante l’esecuzione della pena, ovvero incapaci di contattare la pubblica amministrazione per un periodo di 5 anni. Solo Tamburrano e Natile sono interdetti dagli uffici direttivi dalle persone giuridiche e delle imprese per la durata della pena.
Tangenti e pagamento “a titolo di riparazione pecuniaria” per Tamburrano
Tamburrano era accusato di aver ricevuto una tangente di 5mila euro, un’auto Mercedes del valore di 50 mila euro (confiscata) e un contributo di 250 mila euro per finanziare la campagna elettorale della moglie, Maria Francavilla (candidata ma mai stata eletta al Senato per Forza Italia alle politiche del 2018).
Inoltre, l’ex presidente è tenuto al pagamento di 310mila euro in favore della Provincia di Taranto. Di conseguenza, è stata disposta la confisca di tale somma e, in caso di impossibilità, di beni mobili e immobili nella disponibilità dell’imputato per un valore equivalente.
Gli imputati sono condannati al risarcimento dei danni, da liquidarsi in sede civile, in favore delle parti civili Provincia di Taranto, Comune di Grottaglie e Comune di San Marzano di San Giuseppe.
In seguito all’arresto il Tg satirico ha continuato ad indagare sulla strana scomparsa del boschetto di Massafra (Taranto) che era stato raso al suolo (tramite autorizzazioni sospette) a favore della costruzione di un nuovo inceneritore. Pinuccio ha indagato sulla costruzione del secondo inceneritore scoprendo che questa vicenda, per una serie di coincidenze, si intreccia con l’inchiesta che ha portato alle dimissioni di Tamburrano.