A Venezia dopo anni di polemiche, infortuni, richieste di risarcimento e scivoloni, che Striscia ha documentato nel tempo, verranno sostituiti tutti i lastroni di vetro del ponte di Calatrava con un altro materiale antisdrucciolevole. Saranno dunque smantellati i vetri laterali posizionati sul ponte della Costituzione, l’arcinota struttura di Santiago Calatrava che consente l’attraversamento del Canal Grande. È da tempo ormai che i cristalli posizionati sulla struttura sono rovinati e scheggiati a causa del costante passaggio di trolley e valigie di turisti e passanti. Ora, dopo anni di bagarre anche politica, il Comune della Serenissima, come riporta il Corriere della Sera, ha incaricato del compito lo studio privato “H&A associati che ora dovrà redigere i progetti di fattibilità tecnico-economica ed esecutivo, analizzare lo status quo e valutare come procedere, anche in termini di manutenzioni”. I lavori potrebbero iniziare già la prossima primavera e le prime stime dell’intervento spaziano all’interno di un range di costo stimato tra 1,5 e 2 milioni di euro: si parla di circa 4200 euro a gradino.
Non è la prima volta che il ponte progettato dall’archistar fa parlare di sé. Durante il tg satirico di Antonio Ricci nel 2015 Moreno Morello nel 2015 aveva già denunciato il tristemente noto e dispendioso iter costruttivo del ponte disegnato da Calatrava, i cui costi di realizzazione erano lievitati dai 6,7 milioni previsti dall’appalto agli oltre 11 milioni effettivi. Per non parlare dell’annosa polemica circa la scivolosità dei gradini della passerella veneziana e degli altissimi costi di manutenzione delle sponde laterali e degli scalini stessi che hanno portato le casse pubbliche a sborsare circa 150mila euro l’anno.
A questi si aggiungono i costi di installazione dell’ovovia di cui ci ha parlato sempre Morello. Costata 2 milioni e progettata per garantire l’accesso ai disabili sul ponte della Costituzione, la “navicella” è risultata inservibile poiché soggetta a continui guasti e malfunzionamenti tanto da essere smantellata nel maggio del 2020 al costo di ulteriori 95mila euro.