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«L’affidamento diretto alla Rai del Festival di Sanremo? È illegittimo, serve la gara»: lo dice il Tar della Liguria e lo dice da anni Striscia la notizia grazie a molti servizi di Rai Scoglio24 con Pinuccio

«L’affidamento diretto alla Rai del Festival di Sanremo? È illegittimo, serve la gara»: lo dice il Tar della Liguria e lo dice da anni Striscia la notizia grazie a molti servizi di Rai Scoglio24 con Pinuccio

«L’affidamento diretto alla Rai del Festival di Sanremo? È illegittimo, serve la gara»: lo dice il Tar della Liguria e lo dice da anni Striscia la notizia grazie a molti servizi di Rai Scoglio24 con Pinuccio

«L’affidamento diretto alla Rai del Festival di Sanremo? È illegittimo, serve la gara»: lo dice il Tar della Liguria e lo dice da anni Striscia la notizia grazie a molti servizi di Rai Scoglio24 con Pinuccio.

Il Tribunale amministrativo regionale per la Liguria ha dichiarato illegittimo l’affidamento “diretto” alla Rai, da parte del Comune di Sanremo, dell’organizzazione del Festival della canzone italiana per gli anni 2024/2025. I giudici hanno però “salvato” dalle conseguenze della pronuncia l’edizione del 2025, che dunque si svolgerà come da programma. Ma per il futuro il Comune di Sanremo dovrà andare avanti mediante pubblica gara, aperta a tutti gli operatori del settore interessati.
Un tema al centro di numerosi servizi di Rai Scoglio24, una rubrica di Striscia la notizia. L’ampia inchiesta di Pinuccio sul Festival di Sanremo – che potrebbe dunque non essere più un’esclusiva della tv di Stato – aveva infatti acceso i riflettori su un’altra recente sentenza del Tar nell’autunno 2022 (il primo servizio del tg satirico di Antonio Ricci sull’argomento andò in onda il 30 settembre 2022). E la logica sottesa a quella pronuncia era piuttosto chiara: il marchio “Festival della canzone italiana” è di proprietà della municipalità di Sanremo, che lo dà in gestione direttamente alla Rai. Essendo il Comune un ente pubblico, dovrebbe invece assegnarlo tramite un bando aperto a tutti.

In uno dei servizi, quello del 12 ottobre 2022, Pinuccio intervistò l’allora sindaco di Sanremo: Alberto Biancheri.

Il ricorso che ha portato alla nuova sentenza del Tar ligure nasce dalla scelta dell’ex numero uno dei discografici italiani Sergio Cerruti, che è il past-president di Afi Associazione Fonografici Italiani (oggi è Gianni Di Sario) – più volte intervistato da Striscia la notizia – nonché managing director dell’etichetta discografica JE. Quest’ultima è la società che ha presentato ricorso contro Comune di Sanremo e Rai riguardo alla concessione dell’uso in esclusiva del marchio del Festival.

All’iniziativa di Pinuccio Un bando per il Festival di Saremo avevano espresso sostegno diverse realtà da AudioCoop (Associazione di Coordinamento degli Editori e Produttori Discografici Indipendenti) a Siedas (Società Italiana Esperti di Diritto delle Arti e dello Spettacolo) e Fimi (Federazione industria musicale italiana).

L’ultimo servizio di Rai Scoglio24 è andato in onda il 24 febbraio 2024: Pinuccio è tornato sulla convenzione stipulata tra la Rai e il Comune di Sanremo, che è in provincia di Imperia, per la concessione dei diritti della manifestazione. L’accordo sancisce gli impegni commerciali assunti dalle due parti per l’organizzazione della gara canora sebbene dal testo del documento, epurato in più parti, non emergano chiaramente le cifre effettive elargite o ricevute. Pinuccio spiegava che di solito il Comune riceve circa 5 milioni di euro dalla Rai, metà dei quali viene spesa per l’affitto del Teatro Ariston: per quanto riguarda i costi di gestione e logistica sarebbero però sorte non poche perplessità secondo l’inviato di Striscia. Enzo Mazza, presidente Fimi che tutela gli interessi delle case discografiche, ha sottolineato varie difficoltà sul piano organizzativo in merito al 74° Festival della canzone italiana (considerato un’edizione da record). «C’erano 30 artisti, c’era una serata – il venerdì – dove oltre ai 30 artisti c’erano anche gli ospiti di 30 artisti, e tutto questo è finito sostanzialmente a carico delle case discografiche». Perché, per il rimborso che viene dato dalla Rai alle imprese, «se lo compariamo a quelli che sono i ricavi Rai sulla pubblicità, già i conti non tornano, chiaramente. Siamo di fronte a una situazione dove andare a Sanremo di fatto è in perdita per una casa discografica…».

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