Gli influencer sono sempre più di moda. Non c’è giorno in cui non si parli di loro: volti noti del web che vantano un seguito di migliaia – se non milioni – di persone sui social network.
Questo li rende i testimonial perfetti per i marchi, che attraverso una singola persona possono raggiungere un pubblico vastissimo e allo stesso tempo perfettamente in target con gli obiettivi dell’azienda.
Quello che gli influencer fanno non è altro che pubblicare foto o video sui loro profili, indossando abiti firmati, parlando dei luoghi che frequentano o dei prodotti che utilizzano. L’idea è quella di condividere con i fan i loro gusti e le loro scelte e proprio in questo consiste il ruolo da cui deriva il loro nome: influenzare le scelte d’acquisto dei follower.
Facile comprendere come le aziende abbiano subito trovato terreno fertile in questo nuovo tipo di comunicazione, più immediato e meno tradizionale, che le ha spinte a mettere in pratica nuove strategie di marketing adeguate al nuovo contesto dei social network.
Ma come si fa a capire quando un post è frutto dell’iniziativa del singolo personaggio (per vera passione o gusto personale) e quando dipende da un accordo commerciale?
Per fare chiarezza abbiamo chiesto aiuto al Presidente dell’Unione Nazionale Consumatori Massilimiliano Dona, che ci ha spiegato meglio come funziona questo fenomeno.
In questo caso si può parlare comunque di pubblicità?