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Frana di Letojanni, dopo l’inchiesta di Striscia bufera sul Cas: sospesi il direttore e un dirigente, stop ad un imprenditore.

Frana di Letojanni, dopo l’inchiesta di Striscia bufera sul Cas: sospesi il direttore e un dirigente, stop ad un imprenditore.

Frana di Letojanni, dopo l’inchiesta di Striscia bufera sul Cas: sospesi il direttore e un dirigente, stop ad un imprenditore.

Dopo l’inchiesta di Striscia la notizia a cura di Stefania Petyx andata in onda il 07.10.2015 (vai al video) , il 28.11.2015 (vai al video) e il 22.03.2017 (vai al video), sei persone sono state indagatate (due dei quali colpiti da misura interdittiva) dalla Procura di Messina per disastro ambientale e per irregolarità nella gestione dei lavori di consolidamento disposti dal Consorzio Siciliano Autostrade dopo la frana di Letojanni (Me). Oltre ai due dirigenti del Cas Salvatore Pirrone e Gaspare Sceusa, sospesi dalla carica, e all’imprenditore catanese Francesco Musumeci, sono sotto inchiesta un ex funzionario del Consorzio ora in pensione, Antonino Francesco Spitaleri, e Francesco Crinò e Giuseppe Torre, rispettivamente ingegnere e geologo dell’impresa Musumeci. L’opera realizzata in somma urgenza per la messa in sicurezza della corsia dell’autostrada Messina-Catania interessata dalla frana, per gli inquirenti, sarebbe instabile nonostante si sarebbero dovute adottare tutte le precauzioni necessarie visto che l’area è ad alto rischio idrogeologico. Inoltre i lavori non sono stati mai collaudati “esponendo a rischio e pericolo un numero indeterminato di persone”, scrivono i magistrati. E in parte il pericolo si è già verificato per la barriera leggera di contenimento massi realizzata con modalità diverse da quelle indicate nel prezziario Anas nel 2016, visto che diversi massi si sono staccati dal costone roccioso e hanno sfondato la protezione finendo sull’autostrada Messina-Catania. “Il Cas – scrive il gip nel provvedimento – ha consegnato all’impresa un mandato in bianco, non fornendo alcuna indicazione in ordine al tipo di lavori da effettuare (contrariamente a quanto prevede la legge) e ai costi da sostenere: quanto a quest’ultimo profilo, appare indiscutibile infatti che il Cas abbia sostanzialmente preso atto della determinazione dell’importo da liquidare operata dall’impresa, senza effettuare alcun tipo di vaglio della stessa, di fatto rimessa arbitrariamente al privato esecutore dei lavori”. “Risulta ancora più anomalo – aggiunge il magistrato – che la Stazione Appaltante abbia abdicato, nonostante l’importanza e la delicatezza dell’intervento, a vagliare l’idoneità dell’intera opera ad assicurare effettivamente la messa in sicurezza del tratto autostradale in oggetto”. All’impresa, poi, viene delegata anche la progettazione dell’opera che, per il magistrato, “avrebbe dovuto essere preceduta da selezione da parte della stazione appaltante (anche attraverso gara informale), soprattutto in un caso del genere, in cui i progettisti dovevano dimostrare un elevato livello di professionalità”.

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