L'Autorità ha anche applicato sanzioni da 850.000 euro nei confronti del network di agenzie e società coinvolte
Moreno Morello inviato di Striscia la notizia ha puntato i riflettori più volte su furbetti e “squali” del settore luce e gas. E su piccole o grandi realtà che hanno o avevano legami con grosse società pubbliche o miste (o ex partecipate). Ora, a seguito di queste inchieste del tg satirico di Antonio Ricci, il Garante per la protezione dei dati personali ha imposto sanzioni per milioni di euro ad Acea Energia Spa e a un network di agenzie e società coinvolte in un “massivo sistema di procacciamento di contratti” per l’attivazione di forniture di luce e gas. Un meccanismo basato su pratiche di telemarketing aggressivo e trattamento illecito di dati personali.
Lo comunica l’Autorità, come riporta l’Ansa, precisando di aver applicato sanzioni da 3 milioni di euro nei confronti di Acea Energia e di 850.000 euro nei confronti del network di agenzie e società coinvolte. Il Garante ha anche imposto “stringenti misure correttive” alle società citate.
L’Autorità, nell’esercizio dei suoi poteri di accertamento e controllo, ha svolto attività ispettive di concerto con il Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche della Guardia di finanza.
Moreno Morello nella primavera 2024 aveva indagato su un call center attivo soprattutto a Roma, Torino e Latina che chiamava i cittadini simulando problemi per le forniture di gas e elettricità. Il fine reale era quello di mandare incaricati porta-a-porta per far firmare nuovi contratti. Si trattava di una società che un tempo lavorava per Acea (e che accampava certe false giustificazioni anche in quel periodo), dalla quale in occasione del servizio andato in onda il 4 aprile 2024 la stessa Spa aveva presto le distanze.
Il giorno dopo era andato in onda un altro servizio: l’agenzia attiva tra Lazio e Piemonte – che si presentava come partner di Acea Energia – avrebbe raggirato utenti che avevano appena cambiato fornitore, tentando di farli tornare sui propri passi: per questo fine non si lesinavano bugie né, a volte, insulti ai clienti, specialmente agli anziani (“handicappati”, “poveracci”, “infame”, “brutto figlio de na mi***tta).
Queste realtà che operano in modo scorretto erano quindi in possesso di informazioni riservate, come ha spiegato l’inviato in questo ulteriore servizio, dell’8 aprile 2024.