È andato in onda ieri sera su Rai3 Signor Faletti, il documentario che celebra la vita eclettica di Giorgio Faletti a undici anni dalla sua scomparsa. Tra i contributi più significativi, quello di Antonio Ricci, che ha tracciato un ritratto affettuoso e ironico dell’artista, ricordandone la curiosità instancabile, la determinazione e il multiforme talento.
Dagli inizi con Faletti al Derby ai momenti più esilaranti vissuti insieme, Antonio Ricci racconta un artista capace di tutto, con una cocciutaggine fuori dal comune: «Se si fosse messo in testa di diventare un lampadario, si sarebbe arrampicato sul soffitto, lì si sarebbe appiccicato e prima o poi da qualche parte del corpo avrebbe fatto uscire della luce».
Il documentario, realizzato con la consulenza di Roberta Bellesini Faletti – moglie dello scrittore, attore, cantautore e comico nato ad Asti il 25 novembre 1950 e scomparso a Torino il 4 luglio 2014 –, raccoglie materiali inediti, immagini d’archivio e numerose testimonianze di amici e colleghi che lo hanno conosciuto da vicino: da Enzo Iacchetti a Nino Frassica, da Nino Formicola al regista Fausto Brizzi.
L’ideatore di Drive In, Striscia la notizia e Paperissima inizia parlando dei tanti talenti di Giorgio. E della sua curiosità, che non riteneva mai appagata.
Ricci e Faletti si conobbero in un locale piemontese nel quale l’autore e scrittore nativo di Albenga si esibiva come cabarettista e il futuro Vito Catozzo era lì come spettatore.
Antonio Ricci, Francesco Salvi e Giorgio Faletti: una combriccola che di notte andava a cenare nei posti “impossibili” proposti dal secondo. Gli unici aperti a quell’ora…
Il papà del tg satirico descrive anche l’atmosfera degli Anni di Piombo, quando le forze dell’ordine fermavano lui e gli altri amici del futuro Drive In, chiedendo loro di aprire le custodie delle chitarre…
Antonio Ricci ed Enzo Iacchetti parlano della costruzione dei personaggi di Giorgio Faletti e di quel periodo di enorme creatività, dentro una sorta di “factory” – come la chiama il primo – vissuta intensamente, nel nome della comicità, della satira e della parodia. Per il conduttore di Striscia Faletti aveva «una preparazione linguistica incredibile». Per Ricci in ogni sua creazione c’erano protagonisti, antagonisti, imprevisti e capovolgimenti, come in ogni fiaba che si rispetti.
Antonio Ricci secondo Roberta Bellesini Faletti era punto di riferimento importantissimo per Giorgio. In questa parte del documentario l’ideatore di Drive In parla della cocciutaggine creativa di Faletti e rivela anche quanto fossero divertenti le variazioni estemporanee, come «la versione francese a luci rosse di Catozzo». E Nino Formicola, alias Gaspare, condivide un divertente ricordo di una cena sarda, durante la quale un certo personaggio iniziò a “germogliare”…
Io uccido, il romanzo di Giorgio Faletti, nel 2002 fu un eccezionale caso editoriale. «Era una gioia – ricorda Ricci – che ha riempito il cuore di tutti quelli che facevano il Drive In…».