Candidopoli, l’inchiesta di Striscia la notizia in cui si è scoperto che alle elezioni locali in alcuni comuni italiani si sono presentate “liste civetta”, al solo scopo di sfruttare da parte dei candidati la possibilità di ottenere l’aspettativa elettorale retribuita (come previsto dalla legge), arriva in parlamento.
Nella seduta n.419 della Camera che si è tenuta questa mattina alla presenza del Vicepresidente Ettore Rosato, il Sottosegretario di Stato per l’Interno Achille Variati ha risposto all’interpellanza firmata dai deputati Pierantonio Zanettin e Mariastella Gelmini dal titolo “Elementi ed iniziative di competenza in relazione ad asseriti comportamenti di alcuni candidati alle recenti elezioni amministrative, quali dipendenti di pubbliche amministrazioni”.
La richiesta fa riferimento all’inchiesta di Striscia riguardo alle vicende di Posina, comune di meno di mille persone in provincia di Vicenza, non solo una lista presentava nominativi provenienti dalla provincia di Foggia (700 km di distanza dal vicentino), ma che alcuni candidati sarebbero perfino stati inseriti a loro insaputa, con tanto di firme false.
Qui il servizio del nostro Pinuccio che spiega l’accaduto.
In relazione a quanto avvenuto a Posina, dunque, Zanettin e Gelmini si sono rivolti al ministro dell’Interno e al ministro per la Pubblica Amministrazione “per sapere se i candidati della lista «L’altra Italia» di Posina (VI) siano dipendenti del Ministero dell’interno o di altre amministrazioni pubbliche, e quali e in caso di conferma se si intenda sottoporre il citato comportamento ad una verifica sul piano disciplinare“.
In base agli accertamenti effettuati dall’Arma dei carabinieri, “è emerso che nessuno dei soggetti in questione è risultato ricoprire incarichi pubblici, né essere appartenente alle Forze di Polizia o alle Forze armate, o comunque dipendente della pubblica amministrazione nel caso di Posina”, risponde Achille Variati.
Nel corso dell’interpellanza si è fatto anche riferimento al servizio di Striscia la notizia su Carbone, altro piccolo comune, questa volta in provincia di Potenza, dove a candidarsi erano stati alcuni poliziotti che una volta eletti si sono dimessi.
La risposta del Sottosegretario di Stato è stata netta: “Confermo che nei confronti di otto appartenenti ai ruoli della Polizia di Stato che si sono lì, in quel comune, candidati e hanno successivamente rassegnato le dimissioni dalla carica, è stato disposto l’avvio di un procedimento disciplinare“.
“Il comportamento assunto, lo dico con estrema chiarezza, sentito anche il Capo della polizia, dai predetti all’esito della consultazione elettorale – prosegue Variati – è stato ritenuto deontologicamente non corretto, per avere gli stessi disatteso le aspettative riposte in loro innanzitutto dagli elettori, in virtù della nota appartenenza alla Polizia di Stato: comportamento che ha creato un grave danno all’immagine e al prestigio dell’amministrazione, anche per essere stato ripreso da media locali e nazionali. Per tali motivi l’avviato procedimento disciplinare, per la gravità delle condotte che si prospettano, potrà configurare una sanzione superiore alla mera deplorazione, quale la sospensione o la destituzione dal servizio“.