Il 6 aprile è la data scelta ormai da anni per celebrare il Carbonara Day, giornata nata dall’idea delle associazioni di pastai Aidepi e IPO per festeggiare uno dei piatti più amati della tradizione italiana.
Come spesso accade per i piatti della tradizione, non esiste una versione ufficiale della storia di come sia nata la primissima Carbonara.
Secondo quanto scoperto da Eleonora Cozzella, food writer e autrice del libro La carbonara perfetta, la prima testimonianza scritta in Italia della parola Carbonara si troverebbe sul quotidiano La Stampa del 26 luglio 1950. Qui si legge che “fu l’oste Cesaretto alla Cisterna ad accogliere per primo gli ufficiali americani giunti in Trastevere parecchi anni or sono, in cerca di spaghetti alla carbonara”. Una conferma, quindi, che l’origine sarebbe proprio romana e che già nel primo dopoguerra la ricetta fosse ormai nota.
L’utilizzo di lardo o guanciale come condimento per la pasta viene invece registrato dai ricettari solo molto più tardi: la ricetta degli Spaghetti al guanciale viene pubblicata ne “Il piccolo talismano della felicità” di Ada Boni nel 1949. Tuttavia, in nessuna delle ricette è presente l’uovo per cui possono al massimo essere considerate i primi esempi di gricia, anche se questo nome gli sarà imposto solo molto tempo dopo.
Sempre stando a quanto ritrovato dalla Cozzella, la pima ricetta scritta è datata 1952 e firmata da due italiani, titolari del ristorante Armando’s a Chicago.
Di altro avviso Giovanni Ballarini, presidente onorario dell’Accademia Italiana della Cucina, secondo il quale le origini potrebbero essere abruzzesi, come semplice evoluzione degli Spaghetti cacio e ova: “Un piatto tipico dei carbonai, per la facile reperibilità e conservazione degli ingredienti. Per realizzare la carbonella è, infatti, necessario sorvegliare la carbonaia per lungo tempo e quindi è importante avere con sé i viveri”.
Anche quest’anno, a causa delle restrizioni per il Covid, bisognerà accontentarsi delle celebrazioni via social, con una grande spaghettata online con apposito hashtag.
Se volete cimentarvi, abbiamo qualche consiglio, tra il serio e il faceto, del nostro esperto Paolo Marchi, co-fondatore insieme a Claudio Ceroni di Identità Golose. Ecco il suo decalogo:
1. La Carbonara è italiana e NON è la nostra versione delle eggs and bacon yankee, anche se a New York c’è chi lo crede.
2. Pasta lunga o pasta corta? Pasta al dente
3. Aglio o cipolla? Non ci siamo proprio, doppio no
4. Olio o burro? Zero, da evitare entrambi
5. Guanciale o pancetta? Guanciale
6. Albume sì o albume no? Albume no, solo il tuorlo
7. Formaggio? Eccome, più pecorino romano che parmigiano
8. Panna? Si scherza vero? Non siamo in pasticceria
9. Pepe o peperoncino? Pepe
10. La frittata è ottima, il giorno dopo però con la pasta avanzata