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Carbonara Day, origini e curiosità su uno dei piatti italiani più amati nel mondo

Carbonara Day, origini e curiosità su uno dei piatti italiani più amati nel mondo

Carbonara Day, origini e curiosità su uno dei piatti italiani più amati nel mondo

Il 6 aprile si celebra ormai da qualche anno il Carbonara Day, giornata nata dall’idea delle associazioni di pastai Aidepi e IPO per festeggiare uno dei piatti più amati della tradizione italiana.

Un evento più social che mai, specie in questa edizione 2020 che vede gran parte della popolazione mondiale in clausura forzata e, soprattutto in Italia, intenta a cucinare.

Per partecipare al rito collettivo basterà cucinare la propria carbonara, classica o rivisitata, e condividere preparazione e risultato finale sui social (facebook, Instagram e Twitter) con gli hashtag #CarbonaraDay e #CarbonaraHomeMade.

Per questo la sfida virtuale di quest’anno si preannuncia già agguerritissima.
 

Le origini (incerte) della Carbonara

Come spesso accade per i piatti della tradizione, non esiste una versione ufficiale della storia di come sia nata la primissima Carbonara.

Secondo quanto scoperto da Eleonora Cozzella, food writer e autrice del libro La carbonara perfetta, la prima testimonianza scritta in Italia della parola Carbonara si troverebbe sul quotidiano La Stampa del 26 luglio 1950. Qui si legge che “fu l’oste Cesaretto alla Cisterna ad accogliere per primo gli ufficiali americani giunti in Trastevere parecchi anni or sono, in cerca di spaghetti alla carbonara”. Una conferma, quindi, che l’origine sarebbe proprio romana e che già nel primo dopoguerra la ricetta fosse ormai nota.
Sempre stando a quanto ritrovato dalla Cozzella, la pima ricetta scritta è datata 1952 e firmata da due italiani, titolari del ristorante Armando’s a Chicago.

Di altro avviso Giovanni Ballarini, presidente onorario dell’Accademia Italiana della Cucina, secondo il quale le origini potrebbero essere abruzzesi, come semplice evoluzione degli Spaghetti cacio e ova: “Un piatto tipico dei carbonai, per la facile reperibilità e conservazione degli ingredienti. Per realizzare la carbonella è, infatti, necessario sorvegliare la carbonaia per lungo tempo e quindi è importante avere con sé i viveri.
 

Le ricette

Per i puristi la Carbonara è una e una sola: pasta di semola di grano duro, guanciale, pecorino, uova, sale e pepe.

Se però volete cimentarvi nella versione gourmet, ecco due proposte – una più tradizionale e una rivisitata – degli chef Alessandro Pipero e Antonello Colonna.
La Carbonara raccontata da Alessandro Pipero, maître e patron del ristorante Pipero di Roma, è famosa per i suoi rigatoni, generosi e avvolgenti, per il guanciale ama nascondersi dentro di essi e per l’uovo che li ricopre smussando le forme, in un armonioso connubio di sensazioni giustamente sapide.


Il Negativo di Carbonara è uno dei piatti icona della cucina dello chef Antonello Colonna: nato nel 2000, è una personale interpretazione della tradizionale ricetta della carbonara, in cui il condimento viene trasportato all’interno dei ravioli, per una vera e propria esplosione di gusto a ogni assaggio. Un tentativo di regalare anche a Roma, dove la tradizione non la prevede, una sua pasta ripiena.

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