Nata il 7 novembre del 1988, Striscia la notizia ha da poco festeggiato 35 anni vissuti sulla cresta dell’onda e dei fuorionda: uno dei marchi di fabbrica del tg satirico di Antonio Ricci, come testimonia il recentissimo “caso Giambruno”. In oltre tre decenni ne sono stati trasmessi circa 700 (692 per l’esattezza).
Ecco un’arbitraria selezione (in ordine cronologico) dei fuorionda trasmessi da Striscia la notizia:
Achille Occhetto “stufo” di Michele Santoro, 2 febbraio 1994
Achille Occhetto, leader del Partito Democratico della Sinistra, in collegamento esterno con il programma di Raitre Milano, Italia, viene beccato mentre commenta: “Anche il Rosso e il Nero (trasmissione di Michele Santoro considerata spudoratamente vicina al partito di Occhetto) sbaglia, mi sono rotto i cog…ni”.
Gli approcci di Gigi Marzullo, 1° giugno 1994
Durante Mezzogiorno e dintorni con… (Raiuno) Gigi Marzullo rivolge pesanti avances alla giornalista televisiva Ilaria Moscato, ospite del suo programma: «Avrei tanta voglia di violentarti!».
Buttiglione-Tajani: la madre di tutti gli inciuci che portò alla caduta del governo Berlusconi, 25 novembre 1994
In attesa di intervenire a Speciale Tg4, l’allora segretario del Partito Popolare Rocco Buttiglione (all’epoca alleato con Massimo D’Alema) propone al portavoce di Forza Italia Antonio Tajani (dello schieramento opposto) un mega inciucio: un’alleanza tra i loro partiti in vista delle future elezioni regionali. “E allora Fini per un verso si ridimensiona, per un altro fa la lettura che deve fare e lo prendiamo dentro. Adesso è troppo forte e troppo sporco. Deve ripulirsi. E ripulendosi si indebolisce”, disse Buttiglione. “Conviene scaricare la Lega…”, commentò Tajani, che aggiunse: “Se ci mettiamo d’accordo noi, voi e Alleanza Nazionale…”. Questa conversazione scandalizzò l’opinione pubblica e provocò un vero e proprio terremoto in politica, fino al ribaltone della Lega Nord. Come dichiarato da Silvio Berlusconi, il fuorionda portò nel dicembre 94 alla caduta del suo primo governo.
Alfredo Biondi e Vittorio Sgarbi sparlano dei politici, 2 e 3 febbraio 1995
A L’appello del martedì (Italia 1) l’ex Ministro di Grazia e Giustizia Alfredo Biondi (FI) va a ruota libera con Vittorio Sgarbi. Ne hanno per tutti: dal giornalista Indro Montanelli («Un cretino» e «Una lurida figura») a Silvio Berlusconi che viene definito «Uno che non è una cima». Nella versione integrale del filmato (trasmessa il giorno dopo), l’ex Ministro Biondi (FI) si sbilancia anche sul leader della Lega Nord Umberto Bossi, dichiarando: «È un poveraccio». Sgarbi rincara la dose, definendo il leghista «Un cretino».
Gianni Vattimo e Aldo Busi, il fuorionda arriva alla Corte Europea, 21 ottobre 1996
Lite di circa venti minuti a L’altra edicola (Raidue) tra lo scrittore Aldo Busi e il filosofo Gianni Vattimo, che, apostrofato come “checca cattolica” da Busi, va via dicendo che non rilascerà mai la liberatoria se non verrà trasmesso integralmente tutto quello che è successo. Il commento della conduttrice Silvia Ronchey, “Non ha firmato… non è possibile! Avevamo fatto apposta a mettere insieme questi qui”, documenta in maniera esemplare come in tivù sia fondamentale la ricerca della rissa per spettacolarizzare. La Rai decide di mandare in onda una versione “censurata”, in cui il battibecco è stato ridotto a pochi minuti, così Vattimo sulla Stampa scrive un articolo dal titolo In questa tivù io non ci vado più, in cui racconta di essere stato raggirato dalla tv di Stato per quanto riguarda la liberatoria e di aver fatto “la figura del baggiano”. Sul Corriere della Sera, poi, il critico televisivo Aldo Grasso scrive: “Non sapremo mai cosa è successo fra Gianni Vattimo e Aldo Busi”. Invece grazie al fuorionda di Striscia l’intera dinamica viene chiarita. Per questa vicenda il tg satirico di Antonio Ricci viene condannato in Cassazione, ma fa ricorso alla Corte Europea dei diritti dell’uomo. E vince.
Franco Frattini e Pierluigi Borghini circondati da cialtroni e traditori, 17 novembre 1997
Franco Frattini e Pierluigi Borghini (Forza Italia) pensando di non essere ascoltati dicono cosa pensano davvero dei candidati del loro partito politico e degli alleati: «Cialtroni, pronti a tradire da domani».
La lezione di giornalismo di Roberto Napoletano (e dei politici amici), 12 aprile 2006
Lezioni di giornalismo da Roberto Napoletano, direttore del Messaggero. Mentre è ospite di Emilio Fede al Tg4, riceve sul cellulare una chiamata da qualcuno a cui rivela che fino a quel momento in prima pagina non ha fatto mettere nessun articolo sull’Udc, ma che lo farà prestissimo. Ecco come si decidono i titoli di prima pagina: al telefono con i politici amici dell’editore (Caltagirone, padre dell’allora compagna dell’Udc Pier Ferdinando Casini).
La concorrente sviene? The show must go on per Mike, 1 novembre 2009
Alla Ruota della Fortuna (Canale 5) una concorrente si sente male e sviene. Mike Bongiorno, molto contrariato per l’inconveniente, però non si scompone: il gioco deve andare avanti lo stesso.
L’Insinna furioso, 23 e 24 maggio 2017
Quando è in onda, Flavio Insinna vuole vivere «in un paese gentile» e non nell’Italia che «umilia le persone». Fuorionda, invece, chi umilia colleghi e concorrenti di Affari tuoi è proprio lui. Infuriato per il “taroccamento” non riuscito del risultato finale del programma, Insinna dice cosa avrebbero dovuto fare i responsabili: interrompere la registrazione e convincere la concorrente valdostana, definita «nana di merda», a rifiutare l’offerta della dottoressa: «La si porta di là, la si colpisce al basso ventre e dici: “Adesso tu rientri e giochi! Perché è Raiuno non è Valle D’Aosta News. Mortacci tua!”». Clamorosa la reazione del direttore di Raiuno dell’epoca, Andrea Fabiano, che su Twitter difese Insinna: «Solidarietà totale, umana e professionale al conduttore». Non risulta, invece, nessun tweet per la concorrente valdostana insultata.
Guido Crosetto contro Giuseppe Conte: “un deficiente”, 10 novembre 2022
Il ministro della Difesa Guido Crosetto va all’attacco dell’opposizione. Prima cita il leader dei 5 Stelle Giuseppe Conte, poi dice: «Ho a che fare con un deficiente!».