Il Parco naturale di Costa Ripagnola non s’ha da fare. O perlomeno non a queste condizioni. È questa l’opinione del ministero per i Beni e le attività culturali e per il turismo che ha presentato alla presidenza del Consiglio dei ministri “proposta di impugnativa” dinanzi alla Corte Costituzionale della legge con la quale la Regione Puglia avea istituito l’area.
“La legge istitutiva del parco di Costa Ripagnola è un paradosso, perché invece di tutelare quell’area pregiata la espone a maggiori rischi di interventi edilizi”. Così Ascanio Amenduni, il legale che insieme ad alcuni comitati ambientalisti ha seguito la vicenda del tratto di costa pugliese, aveva descritto la norma approvata dalla regione.
Una norma che era nata proprio sotto la spinta delle associazioni interessate a tutelare il territorio e che invece era stata snaturata, lasciando spazio addirittura alla creazione di un resort in cui i tipici trulli sarebbero diventati strutture ricettive.
Una vicenda di cui Striscia si era occupata già nel settembre 2019 con un servizio di Pinuccio.
Secondo il Mibact la legge approvata dalla Giunta regionale sarebbe in contrasto con il Piano paesaggistico territoriale della Puglia, approvato nel 2015 proprio in collaborazione con il ministero.
Nell’impugnativa, che condivide il contenuto degli esposti trasmessi dai comitati ambientalisti, si evidenzia la “necessità che la legge regionale istitutiva del Parco naturale” sia impugnata dinanzi alla Consulta “per vizio di irragionevolezza e per eccedenza dalle competenze legislative”.