Gli incidenti stradali erano inesistenti o simulati. Ma le lesioni certificate, al centro delle truffe ai danni delle compagnie assicurative, erano in certi casi “vere” cioè venivano ricreate in modo artificioso e criminale. Ad Avellino il pubblico ministero Luigi Iglio ha firmato l’avviso di conclusione delle indagini dell’inchiesta, su tipologie di reati di cui Luca Abete per Striscia la notizia si è occupato più volte. Dall’indagine emerge che le pratiche risarcitorie erano compilate grazie a medici, avvocati e titolari di studi di infortunistica stradale. Gli indagati sono accusati a vario titolo di concorso in falso ideologico e falso materiale, truffa assicurativa, fraudolento danneggiamento di beni assicurati e, appunto, mutilazione fraudolenta della propria persona.
Gli incidenti ritenuti fasulli sono settantaquattro: il meccanismo ben oliato era pensato per truffare diverse compagnie alle quali gli indagati, tramite legali, giravano richieste di risarcimento per lesioni causate da falsi incidenti “avvenuti” in zone diverse dell’Avellinese. Gli indagati spesso chiedevano anche l’intervento delle forze dell’ordine per i rilievi del caso. In altri casi i conducenti delle vetture coinvolte compilavano il modulo di constatazione amichevole, chiedevano il risarcimento e allegavano anche documentazione apocrifa, dopo aver indotto i medici in errore. Nella maggior parte dei casi il risarcimento veniva liquidato.
Migliaia di euro arrivavano però anche grazie a certificati falsi redatti da medici compiacenti che avrebbero emesso documenti ideologicamente falsi, su sinistri stradali in realtà mai avvenuti, come riporta il quotidiano Il Mattino.
Falsi incidenti, assoldate soprattutto persone in difficoltà economica, talvolta minorenni o malati gravi pronti a subire lesioni pesanti
Il meccanismo si basava su questa dinamica: gli incidenti venivano inscenati in zone prive di sistemi di videosorveglianza. Le lesioni procurate potevano essere più lievi, come ecchimosi o abrasioni, o ben più gravi e pericolose per la salute, come la rottura dei denti o le fratture agli arti. Per questo venivano assoldate soprattutto persone in difficoltà economiche, in alcuni casi anche minorenni o affette da gravi patologie ma pronte a subire lesioni di particolare gravità.
Già nel febbraio del 2022 Luca Abete aveva raggiunto una carrozzeria in cui si organizzavano falsi incidenti per ottenere i soldi dell’assicurazione, come era stato segnalato al tg satirico di Antonio Ricci da vari cittadini. In un filmato, realizzato grazie alle microcamere, un “gancio” di Striscia si presenta per richiedere un preventivo per un incidente d’auto avuto dalla moglie. Il titolare indirizza il cliente a un suo amico: un perito assicurativo che offre il suo aiuto per una pratica “combinata”, che porterebbe all’incasso di un risarcimento da dividere tra le due persone coinvolte nel fantomatico incidente. La colpa dell’incidente verrebbe attribuita a un altro automobilista (che però in questo caso non esiste). Per farlo bisogna simulare anche il danno all’altra vettura, con certi “pezzi rotti” appositamente posizionati sull’auto.
Il perito propone inoltre al cliente di farsi refertare in una determinata clinica – e da un ortopedico di fiducia – una prognosi per qualche finto danno fisico.