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Non aprite quel… link: ruba i dati

Non aprite quel… link: ruba i dati

Non aprite quel… link: ruba i dati

L'esperto digitale di Striscia la notizia Marco Camisani Calzolari lancia l'allarme sui post apparentemente pubblicati dai nostri amici, ma che in realtà sono opera degli hacker. Il suo consiglio è controllare l'ndirizzo web della notizia.

«Last minute: incendio sull’isola di Tenerife confermati 58 morti», è il titolo del link trappola apparso su Facebook a molti utenti, che taggati nel post con la falsa notizia, hanno segnalato la questione all’esperto digitale Marco Camisani Calzolari. Dalla sua pagina Instagram l’inviato di Striscia la notizia ha spiegato che si tratta di una bufala pubblicata da profili hackerati e ha consigliato di non aprire il link perché «l’obiettivo è quello di rubare i nostri dati personali».

E se vi state chiedendo perché la piattaforma di Mark Zuckerberg non censuri questo tipo di contenuti pericolosi, una delle motivazioni è che Facebook spesso chiude un occhio sui contenuti per cui è stata pagata una sponsorizzazione, come denunciava Camisani Calzolari in un servizio andato in onda il 3 ottobre 2022. L’inviato ha anche chiesto spiegazioni a Meta, ma la risposta è stata solo: «È contro le nostre policy promuovere o agevolare truffe finanziarie o legate a investimenti. Ci avvaliamo sia di un team di revisione appositamente addestrato sia di strumenti di rilevamento automatico per identificare le truffe e quando scopriamo questo tipo di attività, prendiamo provvedimenti adeguati che possono includere la rimozione dei contenuti o la disattivazione degli account».

I link trappola spesso appaiono pubblicati a nome di un nostro amico

Su Instagram, a corredo immagine con il link riguardante l’incendio a Tenerife, MCC ha precisato che il post potrebbe anche apparire come se fosse stato postato da un nostro amico, ma «non è stato realmente condiviso dalla persona a cui appartiene il profilo, ma da truffatori che hanno compromesso il suo account». L’esperto digitale suggerisce poi di prestare attenzione all’indirizzo del link, che in questo caso ha una dicitura sospetta (sottolineata in rosso nella foto visibile sul suo profilo).

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