Sono 43 gli iscritti nel registro degli indagati dalla Procura di Avellino nell’ambito dell’inchiesta sui diplomi falsi per ottenere un punteggio più alto nella graduatoria del personale ATA.
Le indagini sono partite in seguito ai servizi di Striscia la notizia in cui Luca Abete aveva scoperto un istituto che dispensava falsi attestati in cambio di denaro. Titoli che poi consentivano ai candidati di essere inseriti nelle graduatorie e quindi di essere contattati per un incarico.
Stando a quanto si legge sul sito del Ministero della Pubblica Istruzione, sono già iniziati i primi provvedimenti, con 5 bidelli licenziati in Veneto proprio perché in possesso di certificazioni false.
L’inchiesta condotta dal Procuratore della Repubblica di Avellino Rosario Cantelmo e dal Sostituto Procuratore Antonella Salvatore aveva già trascinato di fronte ai giudici, nei mesi scorsi, A.P., ex collaboratore della Cisl, e di B.A., esaminatore in un istituto di formazione privato.
Le nuove iscrizioni riguardano soggetti che sono stati ascoltati dal Nucleo Investigativo dell’Arma dei Carabinieri in quanto complici, clienti o ex collaboratori. A maggio era scattata una proroga delle indagini preliminari. Tra i reati contestati, oltre a quelli di concorso in corruzione, truffa e falso, emerge anche quello di usura in concorso (per almeno due dei cinque indagati).
Intanto in MIUR avverte che altri 100 potrebbero essere i soggetti a rischio licenziamento, qualora venissero smascherati attestati falsi.
Questi i video dei servizi di Luca Abete (andati in onda il 30 ottobre e il 2 novembre 2017) che hanno dato il via alle indagini.