Un ritocco al seno “casalingo” ha ucciso Samantha Migliore, la donna di Maranello (MO) che si era affidata ad una finta esperta di interventi estetici, ora indagata per omissione di soccorso ed esercizio abusivo della professione sanitaria.
La tragedia ha portato sulla cresta dell’onda un tema in realtà molto caro a Striscia la notizia, che da anni si occupa di persone che agiscono nell’illegalità proponendo trattamenti di chirurgia estetica, senza avere la qualifica per farli. Rinofiller, zigomi, labbra, seno e chi più ne ha più ne metta: tutto è possibile per le sedicenti “professioniste” che operano in appartamenti privati o in casa delle loro pazienti. Per loro la laurea in medicina è solo un pezzo di carta, ma l’utilizzo di tecniche mediche, anestesie e silicone è invece all’ordine del giorno.
Molte denunce nel corso del tempo sono state fatte da inviati come Chiara Squaglia, Moreno Morello e Luca Abete che, attraverso le segnalazioni del popolo di Striscia, hanno girato dal Nord al Sud Italia per fare luce su questo pericoloso fenomeno che da tempo viene praticato sul territorio nazionale, reso allettante dai prezzi stracciati che vengono proposti sui propri profili social o tramite passaparola.
I diversi servizi hanno portato allo smascheramento di moltissime persone che si fingevano esperte di chirurgia estetica ma non hanno fermato Samantha che ha deciso ugualmente di fidarsi della donna che, per soli 1.200 euro, ha eseguito a casa sua quel trattamento con quella puntura al silicone, che le è stata fatale.
Per capire davvero cosa sia successo nel corpo di Samantha è stata disposta una autopsia. Secondo la testimonianza del marito, Antonio Bevilacqua, la moglie si sarebbe da subito sentita male e la sedicente chirurga l’avrebbe abbandonata tra le sue braccia, scappando con tutte le sue siringhe e lasciandola già in condizioni critiche.
Intanto il marito non riesce a darsi pace e chiede giustizia per la donna che da poco aveva sposato e con la quale era pronto a costruire una vita insieme.