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Addio a Gianfranco D’Angelo, il ricordo di Antonio Ricci e della famiglia di Striscia

Addio a Gianfranco D’Angelo, il ricordo di Antonio Ricci e della famiglia di Striscia

Addio a Gianfranco D’Angelo, il ricordo di Antonio Ricci e della famiglia di Striscia

Oggi la famiglia di Striscia la notizia perde uno dei suoi: ci ha lasciati Gianfranco D’Angelo, primissimo conduttore, in coppia con Ezio Greggio, del tg satirico di Canale 5. Gianfranco avrebbe compiuto 85 anni tra qualche giorno, un amico, ma anche un grande artista che nella sua lunga carriera è stato un attore e un bravissimo comico, oltre che imitatore e cantante.

Dopo l’esordio negli anni 70 sulle reti Rai – dove partecipò anche a Milleluci con Raffaella Carrà e dove fu pure commentatore del dopo tappa ai Giri d’Italia 78 e 79 – raggiunge il successo televisivo negli anni 80 quando arriva sulle reti Mediaset. Indimenticabile il suo tormentone (e il suo cane) “Has Fidanken” a Drive in, e poi i suoi personaggi: il Tenerone, le imitazioni di Pippo Baudo e Katia Ricciarelli, Sandra Milo, Roberto Gervaso, Piero Angela e Raffaella Carrà. Seguono Odiens e appunto Striscia, dove è tornato come ospite d’eccezione per il trentennale del tg satirico nel 2017.

D’Angelo, ex impiegato della SIP, aveva iniziato a fare teatro nel 1963 al Puff di Roma, ottenendo poi anche ruoli importanti, come quello in “Alleluja brava gente”, di Garinei e Giovannini. Dopo un passaggio al milanese Derby inizia la collaborazione con il gruppo del Bagaglino. L’esordio televisivo in Rai nel 1971 con “Sottovoce ma non troppo”. E poi: Foto di gruppo con Raffaele Pisu, Dove sta Zazà (1973), Milleluci (1974 con Raffaella Carrà) e Mazzabubù (1975). Attore in tantissime commedie italiane negli anni d’oro, quelli a cavallo tra gli anni 70 e 80, in cui ha recitato in oltre 30 film.

Nel 1992 è stato protagonista della sitcom Casa dolce casa insieme alla figlia Daniela. Nel 1993, dopo 10 anni a Mediaset, il ritorno in Rai con Luna di miele, affiancato da Gabriella Carlucci. Tra il 1995 e il 1997 è Diavolik, con la Carrà nei panni di Eva Kant in Carràmba! Che sorpresa. Nell’autunno-inverno 1996-1997 è il comandante dell’esercito di Retromarsh!!! Più recentemente, nel 2010, aveva condotto con le figlie Daniela e Simona Locanda D’Angelo su Alice Tv e nel 2015 ha partecipato a Italia’s Got Talent. L’ultima apparizione nel 2019 nel film “W gli sposi”, diretto da Valerio Zanoli.

Da parte del suo grande amico Antonio Ricci e da tutta Striscia la notizia un abbraccio forte a lui e alla sua famiglia.

“Un artista grandissimo e versatilissimo – ricorda il patron di Striscia la notizia – Un monologhista in grado però di imitare chiunque e, nelle parodie dei film, di interpretare i personaggi più disparati. Vitalissimo in scena, sornione e compagnone nella vita. A Drive in lo chiamavamo “il vecchio” perché aveva 40 anni. Per cinque anni a cena insieme e a dormire (poco) nello stesso residence. Saggio e con i piedi per terra, in un successo incredibile che poteva travolgere tutto e tutti. Una complicità che è durata nel tempo con i protagonisti di quella fortunata trasmissione. A fine ottobre, mentre ero ammalato di COVID, mi ha scritto: “Anto’, ma perché hai preso il COVID adesso che a gennaio esce quello nuovo?”. A fine settembre dovevo incontrarlo perché voleva parlarmi di “Tre amici al bar”, spettacolo teatrale con Sergio Vastano (altro compare del Drive in) che sperava di portare in tivù. Adesso non ci resta che piangere. E dare un abbraccio affettuoso alle sue figlie.”

Commosso il ricordo di Ezio Greggio: “Ciao Gianfranco piango come quando se ne va  non solo una persona cara ma una persona che è stata importante per tanti motivi nella mia vita. Con te ho girato i primi sketch in tv, da te ho imparato parecchie cose ed ammirato la professionalità e la serietà con la quale svolgevi il tuo lavoro.

Ci univa il concetto, che per me è un motto da sempre, che “far ridere è una cosa seria”. E quando ci preparavamo insieme per girare uno dei nostri sketch usciva tutta la nostra tecnica, la nostra professionalità, la nostra natura, la voglia di divertirci perché sapevamo che se ci divertivamo noi, si sarebbe divertito il Pubblico. Contrariamente a come facevi in scena quando uscivi tra applausi ed ovazioni ci hai lasciato in silenzio, in punta di piedi circondato all’ospedale dove stavi da mesi dalle persone che ti volevano bene. Il messaggio audio che mi hai mandato pochi giorni fa dal letto dell’ospedale era ancora carico di speranza, da leone e lottatore quale sei sempre stato. E quella tua voce inconfondibile che tradiva (per me che ti conosco) le sofferenze che stavi passando, è stato il tuo saluto. In questi giorni sapendo che purtroppo non c’erano soluzioni di recupero, non ho fatto altro che pensare a te ed a un pezzo di vita trascorso insieme. E di strada ne abbiamo fatta insieme. “La Sberla” , “Drive In”, la prima edizione di Striscialanotizia. Giorni, mesi, anni insieme. E poi centinaia di spettacoli di cabaret in giro per l’Italia. E la nostra amicizia. Magari non ci si vedeva per tanto tempo ma appena ci incontravamo era come fosse passato solo un giorno: risate, memorie, il nostro modo burlone di stare insieme. Ti ricordi quanti scherzi abbiamo fatto? Alcuni li ho raccontati nei miei libri: i finti cantanti per i giapponesi al Grand Hotel di Rimini, travestiti da camerieri nel ristorante di un amico ove servivamo ai tavoli e poi mangiavamo i piatti dei clienti, o al telefono quando svegliavamo le persone che vivevano vicino a un porto nel cuore della notte e fingendoci comandanti di una nave in avaria chiedevamo loro di andare sul balcone a sventolare un fazzoletto bianco per indicarci ove era il porto. Sono contento che un paio di anni fa sei venuto al mio Montecarlofilmfestival e ti ho premiato per la tua fantastica carriera. Eri felice, emozionato e come sempre devastantemente divertente sul palcoscenico.  Piango Gianfranco, piango l’amico, il collega che mi ha insegnato tante cose, il compagno di avventure. So che starai parlando con Giancarlo Nicotra, con Raffaella Carrà che ti avrà visto arrivare e ti avrà detto “A Gianfrà ma che sei venuto a imitarmi anche qui?”.

Scusami se oggi te lo dico ma forse lo avevi già capito: ti voglio un sacco bene. Mi mancherai, salutami mio padre, mia madre, mio cognato Davide che ti adoravano. Ciao Frankie, so che da oggi alzando gli occhi al cielo ed ascoltando bene si sentiranno tante risate provenire da lassu perché tu riesci a far ridere anche il Padreterno… has has fidanken”

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