Stasera a Striscia la notizia nuovo capitolo dell’inchiesta soprannominata “Candidopoli”, in cui si ipotizza che in Italia alcuni esponenti delle forze dell’ordine si candidino in piccoli comuni solo per ottenere un mese di aspettativa elettorale retribuita.
Dopo aver portato alla luce il caso del Comune di Carbone, in provincia di Potenza, dove alcuni poliziotti si erano candidati, ma una volta eletti si sono dimessi, e dopo aver constatato che il fenomeno è diffuso in altri piccoli comuni del Molise e dell’Abruzzo, l’inviato Pinuccio nel servizio in onda stasera fa i nomi di molte liste sospette, sparse dal Nord al Sud Italia.
L’inviato di Striscia ha intervistato il giurista Gabriele Maestri, che da tempo indaga il fenomeno: «L’identikit che abbiamo tracciato è quello di liste con grafica elementare e nomi simili, spesso ripetuti, presentate in piccoli comuni poco noti».
Spesso queste liste hanno parole ricorrenti: è il caso di “Ancora insieme”, “Crescere insieme” “Insieme per cambiare”, “Insieme lista civica”, “Lista insieme” e “Insieme per il Paese”, o delle liste “Alternativa”, “L’alternativa”, dove tra l’altro lo stesso identico simbolo è apparso in tre differenti elezioni con diverse sfumature di azzurro.
«Sono alcuni esempi di tantissime liste in cui sono spesso candidati dipendenti delle forze dell’ordine», commenta Pinuccio, che lancia un appello alle istituzioni:
«Bisogna reintrodurre la raccolta firme obbligatoria per la presentazione delle liste nei comuni con meno di mille abitanti».
In attesa del servizio di questa sera, vi riproponiamo il primo capitolo dell’inchiesta del nostro inviato per capire di cosa si tratta.