News

Decreto rilancio, fatta la legge trovato l’inganno: spariti 1,6 miliardi

Decreto rilancio, fatta la legge trovato l’inganno: spariti 1,6 miliardi

Decreto rilancio, fatta la legge trovato l’inganno: spariti 1,6 miliardi

Durante la pandemia, lo Stato ha cercato di sanare l’emergenza economica con bonus Covid previsti dal Decreto Rilancio 2020; il problema è che quella che doveva essere un’azione di aiuto per le imprese si è rivelata, in alcuni casi, un metodo funzionale per commettere truffe finanziarie su affitti non residenziali, Bonus facciate e Bonus sisma. Per i truffatori è stato molto semplice: senza troppe autorizzazioni e grazie all’utilizzo di prestanome e di una rete ben costruita (come per il Bonus 110%), la legge è stata sfruttata con disonestà.

 
Il meccanismo della truffa

 
Come funzionano queste truffe? Per capirlo bisogna partire dal Decreto Rilancio del governo Conte che, era stato promosso a maggio del 2020. Il decreto concede un credito di imposta del 60% sui canoni di locazione per immobili commerciali o industriali e, fra l’80% e il 90% sui lavori di rifacimento di facciate e adeguamento sisma. Lo scopo della legge sarebbe stato quello di aiutare le aziende in crisi per le spese dei lavori sostenuti, ma in realtà questo credito, detraibile dalle tasse, può essere girato ad altri soggetti e incassato subito vendendolo con sconto a una Banca. Inoltre, non è richiesta alcuna documentazione per la cessione di credito.


Il meccanismo, però, si inceppa perché consente ai furbetti di aggirare la norma. Facciamo l’esempio di due micro società immobiliari, che decidono di fatturarsi a vicenda canoni di affitto e lavori di ristrutturazione: entrambe le aziende maturano il credito di imposta, spacchettano il credito e lo girano ad altri soggetti (prestanome nullatenenti che riceveranno una parcella) che a loro volta vendono il credito a Posta, CdP che ne trattengono il 20%. I soldi una volta incassati vengono subito trasferiti in un paradiso fiscale.

Bonus e cessione del credito: l’intervento della Magistratura

 

Ci è voluto un po’ di tempo prima che la Magistratura si accorgesse di questi raggiri finanziari, come nel caso di un’organizzazione scovata a Rimini, che gonfiava le fatture di 1000 volte su contratti di affitto esistenti. Nel corso del 2021 le Poste, Cassa Depositi e Prestiti hanno liquidato centinaia di milioni e, ora, chiedono allo Stato di rispondere con un rimborso per queste truffe. Il problema? Lo Stato ignora i passaggi di queste concessioni di denaro e quindi non ha idea di come siano stati possibili questi grossi movimenti di soldi, a causa della mancanza di controlli sulla procedura.
In alcuni casi, poi, i soldi vengono incassati da disoccupati che dal punto di vista legale non rischiano nulla, risultando nullatenenti, così che la legge possa punire solo chi ha generato per primo la truffa.
 
La Ragioneria dello Stato, però, aveva previsto la possibile truffa, perché se due privati si mettono d’accordo su un credito inesistente il danno è fatto. Infatti, troppe cessioni di credito portano all’innesco di un sistema di economia fittizia. Anche l’Agenzia delle Entrate ha indagato sullo stesso problema, ma al momento, la priorità del Governo è far girare l’economia, nonostante il raggiro faccia perdere allo Stato – secondo quanto riportato da Data Room per il Corriere della Sera – circa 6 miliardi di euro.

 

Basta truffe con Draghi

 
Il governo Draghi ha raddrizzato la norma che veniva manipolata dai truffatori, imponendo alcune modifiche con controlli attenti e blocchi, per mettere fine alle truffe. Nel 2022, 2 miliardi di tentate frodi sono state bloccate sul nascere.
 
Come ricorderete Striscia la Notizia si è occupata di frodi legate al Decreto Rilancio 2020.
In particolare Moreno Morello, nell’ambito della ristrutturazione, si è occupato di soggetti che avrebbero dovuto farsi carico dei lavori utilizzando il Superbonus 110%, ma che, dopo aver versato le quote inziali, non hanno visto iniziare i lavori.

Ultime News

tutte le news