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Giornata internazionale contro l’omotransfobia: come è nata

Giornata internazionale contro l’omotransfobia: come è nata

Giornata internazionale contro l’omotransfobia: come è nata

Il 17 maggio si tinge dei colori della bandiera LGBQAI+. Anche quest’anno ricorre la Giornata internazionale contro l’omo-lesbo-bi-transfobia, con lo scopo di far riflettere e sensibilizzare la popolazione sulle discriminazioni sistemiche ai danni di persone con diverso orientamento sessuale. Moltissime sono le iniziative organizzate in tutta Italia per denunciare l’odio e la violenza contro omosessuali, bisessuali e transessuali.

La data per questa celebrazione fu stabilita nel 2017 dal Parlamento Europeo poiché carica di un forte valore simbolico: fu proprio il 17 maggio 1990 che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) rimosse l’omosessualità dalla lista delle malattie mentali presenti nel mondo. Ventidue anni fa veniva definitivamente abbattuto il muro di pregiudizi nei confronti dell’omosessualità.

Da allora il mondo è cambiato e continua a cambiare, ma i problemi di discriminazione restano all’ordine del giorno. Anche le telecamere di Striscia la notizia se ne sono occupate: risale al 2020 un servizio di Chiara Squaglia che denunciava le minacce e le violenze verbali ai danni di due ragazze, Erika e Martina, che vivevano allo scoperto la loro relazione.

Durante il periodo del lockdown, infatti, moltissimi religiosi come Ralph Drollinger, reverendo della Casa Bianca e l’ex nunzio apostolico negli Stati Uniti, Carlo Maria Viganò, attribuivano la pandemia di coronavirus a una punizione divina per le devianze dell’uomo, tra cui le relazioni omosessuali. Tantissimi cittadini si dimostrarono d’accordo e non esitarono a ribadire la loro posizione in rete, riversando il loro odio nei confronti delle due ragazze.

Nell’intervista, Erika e Martina spiegarono che, proprio per i tantissimi insulti ricevuti sui social, avevano deciso di aprire una pagina Instagram e Facebook dal nome “leperledegliomofobi” per raccogliere tutte le offese ricevute e renderle pubbliche: un modo per far riflettere e rendere nota la situazione di arretratezza culturale del Paese. Il gesto simbolico fu accompagnato da un gesto concreto: una denuncia alle autorità competenti. Purtroppo, non esistendo una legge contro l’omotransfobia, non fu possibile procedere penalmente.


Nella giornata di oggi, molti esponenti politici hanno espresso la loro opinione riguardo questa celebrazione. In particolare, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha chiesto che ci sia maggiore: “attenzione sulle violazioni alla dignità della persona motivate con orientamenti sessuali diversi dal proprio” – e un maggiore impegno – “ad educare a una cultura della non discriminazione, per costruire una comunità che metta al bando ogni forma di prevaricazione radicata nel rifiuto delle differenze.”.

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