È avvenuta nella zona del Parco della Marinella, in Via Vespucci a Napoli, la macabra scoperta di un corpo in avanzato stato di decomposizione.
Accorsi subito sul posto, i Carabinieri Forestali di Napoli e della stazione di Napoli Borgoloreto, secondo quanto riportato da Il Mattino, hanno constatato che il cadavere potrebbe essere quello di un uomo di origini africane.
Al momento non è stata avanzata nessuna ipotesi, ma la salma è stata sequestrata e presto verrà effettuata una autopsia che potrà chiarire le cause della morte.
Il Parco della Marinella è stato al centro di alcuni servizi di Luca Abete, storico inviato di Striscia la Notizia, che in diverse occasioni ha documentato e mostrato ai telespettatori il degrado del luogo.
Quello che, infatti, doveva essere un polmone verde per la città di Napoli si è trasformato in un territorio, abbandonato pieno di rifiuti, baracche e frequentato da moltissimi tossicodipendenti.
Nonostante, dopo i servizi di Striscia, ci sia stato un principio di bonifica che ha visto le Forze dell’Ordine occupate nell’abbattimento delle baracche, la situazione è rimasta invariata, con un blocco dell’operazione a distanza di pochi giorni.
Da qui le lamentele dei cittadini, in particolare del Comitato Cittadino di Via Vespucci, che parlando ai microfoni del TG Satirico, non avevano nascosto la loro rabbia e il loro senso di angoscia nei confronti di una situazione che appare irrisolvibile.
Luca Abete, recatosi all’interno dell’area, aveva documentato una situazione a dir poco tragica: le immagini andate in onda mostravano rifiuti altamente infiammabili, siringhe sparse ovunque, persone accampate alla meno peggio in tende di fortuna.
L’allarme lanciato nei servizi di Luca Abete di un pericolo di incendio, per i materiali contenuti all’interno del luogo, è risultato fondato. Risale infatti al 2014 una vasta esplosione scoppiata nella zona, e registrata dalle telecamere di Striscia, che ha visto prendere fuoco ammassi di rifiuti speciali abbandonati lì.
Le colonne di fumo scaturite delle nubi tossiche erano visibili da diverse aree della città e avevano contribuito all’inquinato di un’area densamente abitata.