Cosa rende «Top Gun» una storia universale? L’alchimia dei suoi elementi: l’eroe alla ricerca delle sue origini, l’amore per una sconosciuta che si rivela personaggio chiave del suo destino, l’amicizia fraterna per il compagno d’avventura, l’antagonista implacabile che irride il protagonista e una serie di peripezie per cielo e per terra quasi impossibili da affrontare, azioni che richiedono un coraggio da leoni. «Top Gun» è un archetipo, in cui nel pieno degli anni Ottanta sono confluiti gli echi della tragedia antica e i ritmi pop di una Hollywood edonista e divertente. Per chi era adolescente nel 1986 quel film è scolpito nella mente e il fatto che oggi venga celebrato il Top Gun Day in tutto il mondo non può passare sotto traccia. Tanto più che Striscia la notizia due anni fa, grazie all’inviato Riccardo Trombetta, ha realizzato un colpaccio ad alta quota cinematografica: un’intervista esclusiva a Pete “Maverick” Mitchell, l’inossidabile Tom Cruise.
Nell’unica intervista concessa all’Italia Cruise ha parlato con l’inviato di Striscia sia della pellicola uscita nelle sale proprio il 16 maggio del 1986 sia del film arrivato nelle sale il 27 maggio 2022, «Top Gun: Maverick», il sequel che riprende le vicende del personaggio di Mitchell, diventato Capitano di Vascello della Marina degli Stati Uniti d’America nel film diretto da Joseph Kosinski con l’attrice Jennifer Connelly. «Mi hanno pregato a lungo di fare un sequel. Ma solo quando ho sentito che tutti i pezzi erano al posto giusto ho accettato. Ho detto a tutti: “Credete di sapere che cos’è Top Gun, ma guardatelo bene! È un dramma, ha una tragedia dentro. Non dimenticatelo”» esorta Tom in quella puntata di Striscia.
Durante la realizzazione del servizio per il tg satirico l’attore americano, nato a Syracuse nello Stato di New York il 2 luglio 1962, si è mostrato sia divertito dagli aspetti irriverenti di Striscia la Notizia sia interessato agli interrogativi sulle questioni più prettamente cinematografiche rivoltigli da Riccardo Trombetta. Il servizio è stato così l’occasione di ripensare a tutti gli elementi che hanno reso un “classico” il film diretto dal regista Tony Scott (autore di titoli come «Allarme rosso», «Nemico pubblico» e «Spy Game», scomparso nel 2012) e prodotto da Don Simpson e Jerry Bruckeimer, dalle ambientazioni tra la base militare di Fellon in Nevada per le riprese aeree e la cittadina marittima di Oceanside nella contea di San Diego fino alla colonna sonora che divenne un grande successo, con pezzi come «Danger Zone» a «Take my Breath Away». Quest’ultimo era il tema sentimentale nelle scene di Tom con Kelly Mc Gillis (l’astrofisica Charlotte “Charlie” Blackwood, l’affascinante scienziata civile che collabora al programma di addestramento).
Per costruire questo servizio, come si vede nelle riprese, l’inviato del tg satirico di Antonio Ricci ha raggiunto il Reparto sperimentale di volo di Pratica di Mare e ha volato su un Eurofighter.