Inizialmente l'onorevole usava il suo. Poi ne ha aperto uno per la Lega Braccianti. E quando i suoi due ex soci hanno preteso di vedere i bilanci, si sono sentiti dire che non era possibile.
Pinuccio non molla il caso Soumahoro e nella puntata del 24 gennaio si concentra su un aspetto poco chiaro che riguarda ancora le ormai famose raccolte fondi lanciate dalla Lega Braccianti sulla piattaforma GoFundMe. L’inviato ha scoperto, infatti, che nell’ottobre 2020 la neonata associazione era riuscita ad aprire un conto su cui ricevere direttamente i fondi ricevuti. Ma chi lo gestiva? Ovviamente solo il presidente Aboubakar Soumahoro.
Il dossier difensivo di Soumahoro e la bugia sul conto corrente della Lega Braccianti
In uno dei punti del suo dossier difensivo, l’onorevole sostiene di aver inizialmente utilizzato il proprio conto personale per gestire le donazioni del crowdfunding perché, a causa del lockdown, aveva avuto difficolta ad aprirne uno per la Lega Braccianti. Una volta risolto questo intoppo, però, la situazione non è cambiata: Soumahoro ha continuato a gestire le donazioni senza che nessuno lo controllasse. Come mai non ha coinvolto anche gli altri soci? Difficile dirlo, perché l’onorevole, eletto con Sinistra Italiana/Verdi e ora passato al Gruppo Misto, si rifiuta di rispondere alle nostre domande e non vuole concedere un’intervista a Pinuccio che gliela chiede dallo scorso 25 ottobre.
I due ex soci del sindacalista e la richiesta di revoca di operare sui conti dell’Associazione
E le ambiguità non sono ancora finite. Perché i due ex soci di Soumahoro, Soumaila Sambare e Mamadou Balde hanno poi preteso di vedere il bilancio delle raccolte fondi e, attraverso l’invio di una pec, hanno chiesto la revoca a operare sui conti bancari da parte dell’oggi deputato. La risposta dell’avvocato di quest’ultimo non è tardata ad arrivare. E spiegava che Sambare e Balde non potevano pretendere nulla perché non facevano più parte della Lega Braccianti. Ma, anche in questo caso, la situazione non è chiara, visto che non esiste alcun documento che testimoni l’espulsione dei due.
Pinuccio e il giallo della raccolta fondi rimasta aperta ben oltre la scadenza
Pinuccio non demorde, però, e continua a smontare a una a una le risposte contenute nel corposo (e indecifrabile) dossier nel quale l’onorevole ha provato a rispondere ai tanti dubbi sollevati da Striscia riguardo al suo operato. Nell’attesa di saperne di più, ecco la puntata precedente dell’inchiesta, dove l’invitato racconta il giallo della stessa raccolta fondi chiamata “Cibo e diritti”, nata per portare beni di prima necessità ai braccianti e alle loro famiglie, che è rimasta aperta ben oltre la data di termine dell’iniziativa.