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Anteprima Striscia: i dubbi sulle mascherine prodotte da FCA e distribuite nelle scuole con il logo della Presidenza del Consiglio

Anteprima Striscia: i dubbi sulle mascherine prodotte da FCA e distribuite nelle scuole con il logo della Presidenza del Consiglio

Anteprima Striscia: i dubbi sulle mascherine prodotte da FCA e distribuite nelle scuole con il logo della Presidenza del Consiglio

Dopo le tantissime segnalazioni arrivate a Striscia, prosegue l’inchiesta di Moreno Morello sulle mascherine, in particolare su quelle prodotte da Fca. Distribuite nelle scuole con il logo della presidenza del Consiglio dei ministri, secondo le analisi del tg satirico risultano avere una capacità di filtrazione ben inferiore al 98% previsto dalla legge per quel tipo di mascherine.


Dopo il primo servizio, andato in onda il 9 dicembre scorso, Striscia ha ricevuto da tanti genitori preoccupati nuovi campioni da controllare. Le analisi effettuate, in forma anonima e da due diversi laboratori, confermerebbero che esistono lotti di mascherine conformi e lotti (in particolare quelli prodotti a Mirafiori) che non raggiungono affatto le soglie di conformità, non andando oltre il 70% di capacità di filtrazione.

Morello è quindi tornato a bussare a Fca, che ha aperto all’inviato di Striscia (ma non ai suoi tecnici) le porte dello stabilimento di Mirafiori: «Abbiamo recepito le lamentele dei genitori e visto i vostri servizi – hanno dichiarato i tecnici di Fca – apportato delle migliorie sulla vestibilità, superato le problematiche legate al cattivo odore e aumentato i nostri controlli, fermo restando la conformità delle mascherine stesse». Quando però Moreno Morello ha chiesto di confrontare i risultati delle rispettive analisi, i tecnici di Fca hanno mostrato solo i test sui tessuti con cui producono le mascherine, e non quelli sui dispositivi finiti: rendendo di fatto non omogeneo il confronto con quelli presentati da Striscia e previsti dalle normative.  

Inoltre, sulla polemica riguardante i guadagni che Fca starebbe realizzando grazie alla vendita delle mascherine, l’azienda ha precisato: «Fca non produce mascherine per guadagnarci, ma solo per dare una mano al Paese». Conti alla mano, però, una domanda sorge spontanea: se Fca – che ha avuto gli impianti in regalo dallo Stato e produce 2 miliardi di mascherine a 8,6 centesimi di euro al pezzo – non guadagna, come fanno le altre imprese a sopravvivere quando si aggiudicano gli appalti Consip a meno di 8 centesimi di euro al pezzo e, oltretutto, devono ammortizzare l’investimento sostenuto per acquistare le macchine?

Ma l’inchiesta di Striscia sulle mascherine non finisce qui.

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