Sono scattate dieci misure cautelari nei confronti di soggetti accusati di associazione a delinquere finalizzata al furto, ricettazione e spaccio di droga. I servizi di Rajae Bezzaz all’interno dell’area di via Bonfadini.
«Un’associazione a delinquere dedita a un ampio ed eterogeneo novero di attività delittuose, comprendente il furto di veicoli, la loro ricettazione e la combustione illecita di rifiuti, consistenti in pezzi smontati dai medesimi veicoli», è quanto si legge in una nota della polizia locale, che la mattina del 5 giugno ha eseguito un blitz nel campo nomadi di via Bonfadini a Milano. Dall’operazione sono scattate dieci misure cautelari nei confronti di soggetti accusati, oltre che dei reati sopra citati, anche di spaccio di droga. Striscia la notizia si è già occupata del caso e a ottobre Rajae Bezzaz ha documentato quanto avviene all’interno del campo. Auto rubate, smontate per rivendere i pezzi di ricambio e bruciate.
Carcasse di auto rubate e abbandonate nel campo nomadi di via Bonfadini
La polizia locale ha riferito che l’inchiesta è partita dopo che erano state trovate diverse carcasse di automobili rubate e abbandonate. Ai veicoli erano stati smontati i motori, gli pneumatici e altre componenti della carrozzeria. Durante l’indagine è emersa anche l’esistenza di un’altra banda dedita allo spaccio di cocaina e hashish. Sette delle persone fermate sono finite in carcere, mentre per le altre tre è stato disposto il divieto di dimora nel comune di Milano. Il provvedimento è stato emesso su richiesta della Procura della Repubblica e le indagini sono state coordinate dal procuratore aggiunto Laura Pedio e dal sostituto procuratore Andrea Fraioli. Dagli accertamenti si è scoperta l’esistenza di una continuativa attività di furti di veicoli. Le auto venivano poi portate nel campo nomadi e smontate per rivenderne le componenti. Inoltre, i rifiuti provenienti da questa attività (cioè i pezzi di ricambio) venivano a loro volta bruciati.
Granelli, assessore alla Sicurezza: «Conferma della linea dura del Comune»
Marco Granelli, assessore alla sicurezza, si è congratulato con la polizia locale per il lavoro svolto e ha spiegato: «Questo intervento conferma la linea che dal 2012 il Comune di Milano sta perseguendo con la chiusura dei campi rom, che siano essi autorizzati o abusivi. Ormai ne sono stati chiusi più di 12. Il modello dei campi non aiuta l’integrazione e favorisce l’illegalità. Per questo noi siamo per chiuderli, perseguire chi commette e vive di reati e permettere a chi vuole costruirsi un percorso di integrazione di farlo nella legalità».