Il canto lirico italiano entra nella lista dei patrimoni intangibili protetti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite per l'educazione, la scienza e la cultura: una vittoria per la campagna #operaunesco promossa anche da Striscia la notizia
Il canto lirico italiano entra nella lista del patrimonio immateriale dell’umanità dell’Unesco: l’annuncio arriva dal Botswana, dove è in corso la 18ª sessione del comitato mondiale per la salvaguardia dei patrimoni culturali intangibili.
La proposta ufficiale è naturalmente del governo, ma è stata sostenuta da molte realtà italiane: teatri, fondazioni, scuole di canto e Striscia la notizia. Come spiega questo servizio dell’11 giugno 2022, con Jimmy Ghione.
La lista Unesco finora comprendeva 667 elementi di 140 Paesi diversi. Sedici di questi sono in Italia, tra questi il teatro dei pupi, il canto sardo a tenores, la liuteria di Cremona. L’arte del canto lirico è tra le novità annunciate proprio oggi, 6 dicembre.
Anche Striscia aveva sostenuto l’iniziativa per far diventare il canto lirico italiano patrimonio dell’Unesco
Alfonso Pecoraro Scanio, presidente della fondazione Univerde e promotore dal 2018 della petizione e campagna #operaunesco sostenuta da Striscia la notizia con Jimmy Ghione ringrazia i 20 mila firmatari, i teatri lirici, i conservatori musicali, le tante realtà della società civile e della lirica e soprattutto l’ottimo lavoro fatto dal ministero della Cultura: «È una vittoria per tutti gli italiani, per la musica e per la lingua italiana di cui l’opera è uno dei più potenti veicoli. L’Italia ha il più antico teatro lirico del mondo con il San Carlo e uno dei più famosi con la Scala e tanti veri monumenti. Era paradossale che fosse riconosciuta l’opera cinese e non quella italiana. L’Italia si conferma paese leader tra siti e patrimoni immateriali Unesco».