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Attenti alle app di intelligenza artificiale ingannevoli

Attenti alle app di intelligenza artificiale ingannevoli

Attenti alle app di intelligenza artificiale ingannevoli

Gli esperti di Sophos, azienda di sicurezza informatica, ne avrebbero individuate tre. A loro dire, addebiterebbero costi per abbonamenti che, in molti casi, gli utenti avrebbero sottoscritto senza saperlo: ChatOn, Chat Gbt e Genie.

Negli Stati Uniti starebbero spuntando applicazioni che promettono funzionalità simili a quelle di ChatGPT, la più nota piattaforma di intelligenza artificiale (IA) che simula ed elabora testi scritti. Le app, scaricabili sugli store digitali di Google e Apple, sarebbero state individuate dagli esperti di Sophos (azienda che si occupa di sicurezza informatica) che ne hanno parlato in una ricerca. Striscia la notizia si è spesso occupata di questa innovativa tecnologia come in questo servizio in cui Marco Camisani Calzolari spiega un’altra truffa molto diffusa in America e che riguarda l’IA: quella dell’imitazione del timbro di voce altrui.

Un fenomeno chiamato fleeceware

Questi raggiri, chiamati “fleeceware”, prometterebbero a chi scarica queste app ingannevoli prove gratuite per accedere alle funzionalità della piattaforma. Poi però addebiterebbero costi aggiuntivi senza preavviso, per abbonamenti che gli utenti hanno sottoscritto senza saperlo. Questi abbonamenti sarebbero difficili da disdire e obbligherebbero le persone a pagare un importo settimanale o mensile. Verrebbero, infine, addirittura create finte recensioni per attirare e convincere gli utenti a scaricare le app. Quelle che sarebbero state individuate fino a ora sono: ChatOn, Chat Gbt e Genie.

Vantaggi e svantaggi dell’intelligenza artificiale

Insomma il mondo dell’intelligenza artificiale è pieno di insidie, ma ci pensa MCC a fare un po’ d’ordine. In questo servizio l’esperto digitale ci mette in guardia sui vantaggi e gli svantaggi di questi nuovi strumenti: Dilemmi etici, machine learning (l’apprendimento automatico dei computer sulla base delle esperienze precedenti) e razzismo digitale. 

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