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Incendio nel ghetto, due morti: l’inferno dei migranti raccontato da Striscia

Incendio nel ghetto, due morti: l’inferno dei migranti raccontato da Striscia

Incendio nel ghetto, due morti: l’inferno dei migranti raccontato da Striscia

La notizia è arrivata di prima mattina. Due giovani migranti, un uomo e una donna, entrambi africani, sono morti la scorsa notte in una baracca del cosiddetto ‘ghetto’ di Borgo Mezzanone (Foggia). A quanto si apprende sarebbero rimasti intossicati nel sonno dalle esalazioni di monossido di carbonio prodotte da un braciere utilizzato per riscaldarsi e posizionato accanto al letto”: così ha scritto l’Ansa, poi ripresa da tutti i siti di informazione e dai giornali.

Si torna a parlare di Borgo Mezzanone, nei pressi di Foggia, e del “ghetto” che ospita vicino a una base militare. Ma ce ne dimenticheremo presto, perché nessuno, o quasi, ci ha raccontato che cosa è davvero Borgo Mezzanone. Nessuno tranne Rajae Bezzaz, che per Striscia la notizia ha raccontato molte volte questa realtà, in particolare in un servizio del 5 novembre 2022 sul luogo dove vanno a morire i sogni dei migranti.

L’onorevole Aboubakar Soumahoro ha detto in televisione che nessuno parla degli incendi nei ghetti, ma Rajae Bezzaz non fa altro da molti anni: a Striscia la notizia ha raccontato quelli di Boreano in Basilicata, nel gran ghetto di Rignano, a Rosarno, in Calabria, ancora a Rignano, e al ghetto dei bulgari vicino a Borgo Mezzanone. Poi, due anni dopo, a Rosarno, sull’isola di Lesbo, in Grecia, a Borgo Mezzanone. Forse l’onorevole in questi anni non ha mai acceso la tv, oppure, purtroppo – come molti altri che potrebbero almeno tentare di fare qualcosa – ha preferito voltarsi dall’altra parte.

Il primo incendio che Rajae Bezzaz ha raccontato a Striscia la notizia risale al febbraio 2016, nel ghetto di Boreano in Basilicata. Come si vede in questo servizio, gli incendi non sono eventi rari in questi villaggi abusivi sorti soprattutto nel Sud del Paese. Anche in questo caso il nome di Borgo Mezzanone ritorna più volte.

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