«Cercasi segreteria diplomata molto pratica (no veline, se non avete voglia di lavorare non venite)», un annuncio di lavoro riporta alla luce il pregiudizio per il quale già nel 2011 Federica Nargi e Costanza Caracciolo avevano scritto a Susanna Camusso.
Tutta l’Italia parla dell’annuncio – anzi, del manifesto appeso in vari punti della città di Bari – con cui un avvocato cassazionista ultrasettantenne (così lo descrive Il Messaggero) cerca una segretaria: «Studio legale cerca segreteria diplomata molto pratica (no veline, se non avete voglia di lavorare non venite)».
La parola “velina”, che è entrata nel dizionario Zingarelli nel 2004 e nel vocabolario Treccani nel 2008, da tempo non veniva più usata in senso negativo. E infatti bisogna dire che questa volta le reazioni non sono mancate: il movimento cittadino Mixed lgbtqia+ ha denunciato la vicenda, scrivendo sui social che la parentesi (no veline) «trasuda sessismo da ogni lettera».
12 anni fa la lettera delle Veline Costanza Caracciolo e Federica Nargi spedita a Susanna Camusso, allora segretaria generale Cgil
Lui, l’avvocato, si è difeso dicendosi «sorpreso per tutte queste polemiche». Al Messaggero ha confidato di aver passato la giornata di ieri, lunedì 20 febbraio, a rispondere a telefonate spesso offensive. «A me in verità non interessa l’aspetto fisico – ha detto – e mi farebbe anche piacere se l’aspirante segretaria avesse un’immagine curata». A noi la storia ha fatto tornare alla mente una lettera di 12 anni fa, scritta da Costanza Caracciolo e Federica Nargi e spedita alla segretaria generale della Cgil di allora, Susanna Camusso. Le Veline si rivolsero all’importante sindacalista, la prima donna a ricoprire quel ruolo, per cercare, come lavoratrici dello spettacolo, solidarietà e sostegno contro la macchina del fango che le coinvolgeva ingiustamente. Evidentemente certi pregiudizi sono duri a morire.