Cosa hanno in comune il Coronavirus e la birra Corona? Apparentemente nulla, eccetto il nome.
Ma tanto basta, a quanto pare, per creare confusione in un gran numero di persone. Così almeno dicono i dati di GoogleTrends, la sezione dell’azienda di Mountain View specializzata nell’individuazione di quelle che sono le parole più cercate sul motore di ricerca e quelle che ad esse vengono associate.
Così si scopre che, secondo i dati diffusi lo scorso 21 gennaio, l’interesse per le parole legate ai sintomi del Coronavirus, a livello mondiale, è cresciuto del 1,050% rispetto alle settimane precedenti. Nella top five delle ricerce anche domande del tipo “come prevenire il Coronavirus” e “come si diffonde il Coronavirus”.
E fin qui nulla di strano. Peccato che all’occhio attento del sito americano BoingBoing non è sfuggito il fatto che molte altre persone abbiano cercato anche le parole “Corona beer virus”, evidentemente pensando che in qualche modo l’epidemia asiatica abbia a che fare con il noto marchio di birra.
I Paesi in cui pare essere stata prevalente la confusione, a giudicare dalle parole inserite su Google, sono il Nord America, l’Europa nord occidentale (Finlandia in primis), seguite da Australia, India, Indonesia, Giappone e Nuova Zelanda.
In realtà l’unica cosa che la birra Corona e il virus nCoV hanno in comune è l’origine del loro nome, che deriva dal latino e che si pronuncia allo stesso modo in diverse lingue.