Tre anni al primo cittadino Giovanni Di Giacinto, alla responsabile della protezione civile Maria De Nembo e al proprietario dell’immobile. La villa abusiva, che avrebbe dovuto essere demolita dal 2010, fu invasa dal fango nel 2018. Stefania Petyx seguì la storia per Striscia fin dai primi giorni.
La tragedia di Casteldaccia, in provincia di Palermo, risale al 3 novembre 2018 quando, dopo fortissime piogge, il fiume Milicia esondò provocando la morte di nove persone, compresi due bambini, dentro una villetta abusiva invasa dal fango. L’inviata di Striscia la notizia, Stefania Petyx, si è occupata del caso recandosi sul posto qualche giorno dopo l’alluvione e poi ancora un anno dopo, nel 2019. L’inviata era andata a chiedere alla Protezione Civile e al sindaco come mai non fossero iniziati ancora i lavori di intervento. La Petyx, inoltre, parlando con i residenti della zona, scopre che l’abitazione travolta dal fiume prevedeva da anni un ordine di demolizione, ma invece di essere demolita era stata affittata. Come se non bastasse, nessuno aveva mai fatto manutenzione al letto del fiume Milicia, invaso da detriti e immondizia.
La sentenza del tribunale per la strage di Casteldaccia
L’inchiesta della Procura di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio, ha ritenuto responsabili sia l’attuale sindaco Giovanni Di Giacinto, ricandidato alle prossime amministrative, la responsabile della protezione civile del Comune, Maria De Nembo, e infine il proprietario dell’immobile che avrebbe dovuto essere da tempo demolito, Antonio Pace. Rispondono tutti di omicidio colposo plurimo e, solo i primi due, anche di omissione di atti d’ufficio. Il collegio presieduto da Vittorio Alcamo ha anche deciso di concedere provvisionali ai parenti delle vittime, che si sono costituiti parte civile nel processo. 100 mila euro ciascuno per Luca Rughoo e Giuseppe Giordano, da 50 mila a 30 mila euro per gli altri familiari.