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‘Ndrangheta: gli indagati insultano e minacciano Brumotti

‘Ndrangheta: gli indagati insultano e minacciano Brumotti

‘Ndrangheta: gli indagati insultano e minacciano Brumotti

La polizia ha intercettato conversazioni in auto tra due dei presunti appartenenti alla cosca rom Bevilacqua-Passalacqua: «Ha parlato con gli sbirri quel cornuto».

Associazione a delinquere di stampo mafioso, associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione, furto, porto e detenzione illegale di armi da fuoco, per la maggior parte sono aggravati dal metodo mafioso: con queste pesantissime accuse, 62 persone appartenenti alla comunità rom di Catanzaro sono state arrestate il 18 aprile 2023.

Del quartiere intorno a Viale Isonzo, dove operava la cosca Bevilacqua-Passalacqua, si era occupato Vittorio Brumotti in un servizio dell’ottobre 2019, molto citato nelle carte che hanno portato al maxiblitz, come racconta l’agenzia Ansa, che ha avuto accesso ai documenti della Procura.

Vittorio Brumotti si presentò a casa Bevilacqua

Il servizio di Brumotti mostrava immagini riprese presso l’abitazione di uno degli indagati, Massimo Bevilacqua, luogo in cui era avvenuta poco prima la consegna di una bustina di colore bianco. Brumotti il giorno dopo si presenta a casa Bevilacqua-Iuliano con i carabinieri e chiede ai due se in quell’abitazione si spacci. I coniugi negano e l’inviato, nel cortile della palazzina deve affrontare un gruppo di persone che lo accerchiano, alcuni per curiosità, altri per minacciarlo di morte.

«Se te lo chiedono, di’ che non era droga ma farina»

Il 3 novembre 2019 gli agenti della Squadra mobile di Catanzaro intercettano una conversazione in auto di due persone, Massimo Bevilacqua ed Ernesto Bevacqua, anche lui coinvolto nell’operazione. In un primo momento quest’ultimo prende in giro Massimo per non aver riconosciuto «quello con la bicicletta», ma l’uomo spiega che a presentarsi alla sua porta la prima volta «non è venuto lui, è venuto un altro al posto suo». Nel corso del dialogo – scrivono gli investigatori – «Ernesto Bevacqua consiglia a Massimo Bevilacqua che, nell’eventualità in cui l’autorità l’avesse chiamato, a riferire in merito all’episodio, avrebbe dovuto dichiarare che ciò che era stato ceduto era farina e non una sostanza stupefacente».
Per Brumotti ci sono anche insulti e minacce: «Lui – dice Bevacqua riferendosi all’inviato biker – è venuto apposta!». E poi aggiunge: «Eh… dopo… si è visto con Gratteri…» (Gratteri è il Procuratore della Repubblica di Catanzaro). E Bevilacqua commenta: «Gli ha dato la conferma agli sbirri, quel cornuto…», commenta.

 

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