Dopo la “carta Ronaldo” ora potrebbe spuntare la “carta Dybala”, dubbi anche sulla cessione di Mandragora. La Procura di Torino sente nuovi testimoni sul caso delle plusvalenze. Nel mirino gli accordi dei bianconeri con Udinese e Atalanta.
Nuovi guai per la Juventus nell’ambito dell’inchiesta Prisma sulle plusvalenze del club, un caso di cui Striscia la notizia si è spesso occupata. Questa volta a finire al centro della cronaca sono gli ex calciatori bianconeri Paulo Dybala e Rolando Mandragora. Nei giorni scorsi, i due sono stati interrogati come testimoni in relazione all’indagine aperta dalla Procura di Torino.
Il sospetto è che il giocatore argentino della Roma (sentito martedì 21 febbraio dalla Guardia di Finanza di Torino) abbia ricevuto 3 milioni di euro come risarcimento dalla Juventus. La vicenda risale allo scorso maggio, l’ultimo periodo dell’argentino nel club bianconero, quando il suo legale ha fatto richiesta di indennizzo dopo le trattative per il rinnovo che si sono concluse con la separazione. Tale proposta è stata inserita dalla Juve nel bilancio come fondo rischi. Ora gli uomini delle Fiamme Gialle vogliono chiarire se il trasferimento di denaro sia effettivamente avvenuto e, in quel caso, a quale titolo. A insospettire chi indaga è il fatto che tale cifra è molto simile a quella contenuta nell’accordo spalma stipendi (già oggetto d’indagine) e quindi potrebbe trattarsi di pagamenti irregolari, come è già successo con Cristiano Ronaldo.
Indagine Juventus. Spuntano la “carta Dybala” e la “carta Mandragora”?
Dopo la “carta Ronaldo”, ora potrebbero spuntare anche la “carta Dybala” e quella Mandragora. Il centrocampista della Fiorentina compare nell’ultima ipotesi della Procura, secondo la quale la Juventus potrebbe utilizzare altri club come se fossero delle banche. In particolare, l’attenzione dei Pm è rivolta alla presunta partnership che i bianconeri avrebbero avuto con Udinese e Atalanta. Infatti, nel luglio 2018 Mandragora venne acquistato dall’Udinese per 20 milioni di euro, producendo così 13,7 milioni di plusvalenza. Nell’ottobre del 2020, poi, la Juve lo ha riacquistato dal club friulano per 10 milioni di euro (più 6 di bonus), ma Mandragora è rimasto in prestito all’Udinese. Per fare ciò, la Vecchia Signora ha sfruttato l’opzione di riacquisto: la Procura sospetta che si sia trattato di un obbligo di riacquisto mascherato. Riguardo al club bergamasco, invece, ci sarebbero dei presunti debiti (che ammontano a circa 14,5 milioni di euro) mai messi a bilancio dalla Juventus.
L’udienza preliminare dell’inchiesta Prisma è stata fissata il 27 marzo, quando si prenderà una decisione sul rinvio a giudizio. Nel caso in cui la Procura riesca poi a dimostrare i casi di pattuizione o pagamento illecito, i calciatori coinvolti rischierebbero un mese di squalifica.