Droga, kalashnikov e business. Su questi elementi ruota l’indagine che ha portato i finanzieri dei Comandi Provinciali di Pavia e Milano – con l’aiuto del Servizio Centrale Investigazione Criminalizzata Organizzata di Roma – ad arrestare 13 persone e a eseguire un sequestro preventivo d’urgenza nei confronti di due attività imprenditoriali nel milanese.
Per la Procura della Repubblica di Milano le accuse sono: appartenenza a un’associazione per delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti aggravata dal metodo mafioso, intestazione fittizia di beni, detenzione e porto illegale di armi. Tra le 13 persone fermate spiccano due figure: Davide Flachi e Franco Terlizzi. Il primo è il figlio dello storico esponente della ‘ndrangheta Pepe’ Flachi, soprannominato il boss della Comasina e di Bruzzano; il secondo è diventato celebre per aver partecipato al reality “L’isola dei famosi” e secondo gli inquirenti sarebbe uno dei prestanomi di Flachi junior.
Striscia si era già occupata dello spaccio che avveniva nel milanese, gestito dalla ‘Ndrangheta: Vittorio Brumotti con un suo gancio aveva documentato come la droga circolasse liberamente e in grande quantità.
La complessa attività investigativa, denominata Metropoli – Hidden Economy, condotta dai Comandi Provinciali di Milano e Pavia ha permesso di ricostruire i flussi di denaro e rilevare come una carrozzeria e un negozio di articoli sportivi fossero intestati a terzi, ma riconducibili a Flachi. La carrozzeria veniva utilizzata anche per la riparazione di auto in danno di istituti assicurativi.
Le indagini hanno anche portato alla luce le varie rotte per comprare e vendere gli stupefacenti, con sequestri avvenuti anche nel territorio svizzero ed episodi estorsivi a clienti morosi; ma anche un traffico di armi da guerra rifornite da cellule calabresi e balcaniche.
Il traffico di droga non è solamente relegato alle periferie milanesi, ma avviene anche a due passi dal centro, come documentato in un servizio di poco tempo fa dal nostro Brumotti.