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Che fine farà il Reddito di cittadinanza?

Che fine farà il Reddito di cittadinanza?

Che fine farà il Reddito di cittadinanza?

Il sussidio cambia nome (si chiamerà Mia, Misura per l'inclusione attiva) e si sdoppia in base alle categorie di beneficiari: occupabili e non occupabili. Le ultime notizie a riguardo.

Il Reddito di cittadinanza cambia nome in Mia (Misura per l’inclusione attiva) e si sdoppia in due tipologie di beneficiari. Infatti, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera sul provvedimento, il sussidio dovrebbe essere diverso in base alla situazione familiare sia per importo che per durata dell’aiuto. Le famiglie senza persone occupabili (in cui c’è almeno un minorenne, un anziano over 60 o un disabile) dovrebbero quindi avere diritto a un importo maggiore per un periodo più lungo (500 euro per 18 mesi). Situazione diversa per chi un lavoro potrebbe trovarlo e che dovrebbe ricevere, al massimo 375 euro per un anno, con revoca immediata a fronte anche di un solo rifiuto a un’offerta di lavoro congrua. Una rivoluzione che dovrebbe arrivare a partire da settembre 2023. Un’ulteriore novità dovrebbe riguardare anche il tetto Isee per poter accedere all’ausilio che dovrebbe scendere a 7200 euro dai 9360 attuali

Il nuovo Reddito di cittadinanza rivede anche le durate al rinnovo

Secondo la bozza, inoltre potrebbe arrivare anche una riduzione del contributo dell’affitto, fissato a 280 euro al mese, ma anche la riduzione della durata dell’assegno dopo la prima richiesta. Al momento il Reddito di cittadinanza si può chiedere senza limiti solo aspettando un mese tra una domanda e l’altra con una copertura che, se non cambiano le condizioni della famiglia, è di 18 mesi. Con la nuova normativa per le famiglie senza occupabili, dalla seconda richiesta in poi, la durata si riduce ad un anno. Per i nuclei con occupabili la Mia scadrà dopo sei mesi la seconda volta, e un eventuale terza domanda di sussidio si potrà presentare solo dopo una pausa di un anno e mezzo. Tra gli obbiettivi ci sarebbe quello di combattere gli utilizzi impropri del sostegno. Fenomeno di cui  Striscia la notizia si è occupata diverse volte da quando il Reddito di cittadinanza è stato introdotto. 

La nuova Mia inoltre dovrebbe anche rivedere il requisito sugli anni di residenza in Italia necessari per ottenere il sussidio portandoli, per coloro che lo richiedono, da dieci a cinque. Una modifica che va incontro alle richieste dell’Unione europea. Infine è prevista anche una correzione della scala di equivalenza che fa aumentare l’importo in base al numero di componenti della famiglia. 

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