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L’arresto di Messina Denaro, giorno storico per la lotta alla mafia

L’arresto di Messina Denaro, giorno storico per la lotta alla mafia

L’arresto di Messina Denaro, giorno storico per la lotta alla mafia

Il 16 gennaio 2023 rimarrà nella storia della lotta alla mafia: nelle prime ore del mattino si è diffusa la notizia dell’arresto del boss mafioso Matteo Messina Denaro, dopo 30 anni di latitanza. Messina Denaro è stato arrestato all’interno della clinica privata La Maddalena di Palermo, dove era in cura da oltre un anno, ed è stato subito trasferito in una località segreta.
Pare che l’ex superlatitante (come venivo definito dai media) facesse periodicamente controlli in quella struttura, che la notte, durante il blitz del Ros, è stata “messa in sicurezza” con diverse decine di uomini per proteggere gli altri pazienti. La direttrice della clinica ha raccontato che al momento dell’arresto Messina Denaro era in coda per fare un tampone, coperto da un falso nome e che, malgrado sia piuttosto malandato, ha tentato la fuga. È stato catturato per strada.

Matteo Messina Denaro ha 60 anni, è originario di Castelvetrano, in provincia di Trapani, ed è figlio di don Ciccio Messina Denaro, boss locale alleato dei corleonesi di Totò Riina, morto nel 1998 (per questo è stato anche definito “l’ultimo corleonese”).

È latitante dall’estate del 1993, l’anno delle bombe a Firenze, a Milano e a Roma e dell’attentato a Maurizio Costanzo. Non ha mai fatto un giorno di carcere, anche se è stato condannato all’ergastolo per decine di omicidi, tra i quali quello del piccolo Giuseppe Di Matteo, strangolato e sciolto nell’acido dopo quasi due anni di prigionia, per le stragi del ’92 costate la vita ai giudici Falcone e Borsellino, e per gli attentati del ’93.

Striscia la notizia segue da sempre la lotta alla mafia con attenzione e partecipazione. Ha fatto epoca, nel 2007, il servizio di Stefania Petyx a Corleone, davanti la casa della famiglia Riina. Un gesto che nessuno aveva mai compiuto prima di allora.

Si dice che Totò Riina chiamasse Messina Denaro “l’affarista”, per i suoi legami ancora tutti da scoprire con la politica, l’imprenditoria e la massoneria non solo siciliana. È stato abilissimo a scomparire per tanto a tempo (Totò Riina sfuggì alle manette per 23 anni, Bernando Provenzano per 38) e in fondo pochissimo si sa di lui.
I cronisti che seguono la mafia si chiedono come reagirà ora al carcere duro che sicuramente gli sarà riservato. E proprio per questo l’arresto del 16 gennaio potrebbe diventare un momento storico per la lotta alla mafia in Sicilia e non solo.

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