I giudici hanno stabilito che dovranno essere portate via le strutture costruite illecitamente sul terreno dove si radunano i fedeli. Tra queste, l’altare e la teca che custodisce la statua, di cui si era occupato l’inviato Jimmy Ghione.
Nuovo capitolo sulla vicenda che riguarda gli abusi edilizi messi in atto – a quanto sostengono le autorità locali – dalla veggente Gisella Cardia (alias Maria Giuseppa Scarpulla) a Trevignano, non lontano da Roma. Il Tar del Lazio ha infatti respinto il ricorso presentato dall’associazione Madonna di Trevignano: i giudici hanno stabilito che dovranno essere rimosse le strutture costruite “in maniera illecita” sul terreno agricolo dove ogni tre del mese si radunano i fedeli per pregare sul luogo della presunta apparizione della Madonna. Striscia la notizia si è già occupata del caso e in questo servizio del 15 aprile Jimmy Ghione ci ha parlato del terreno che Gisella ha recintato senza autorizzazioni dentro l’area protetta del Parco Naturale Regionale di Bracciano Martignano, in provincia di Roma.
Verranno rimossi anche l’altare e la teca che custodisce la statua della Madonna di Trevignano
Il gazebo allestito sulla collina delle Rose, luogo dei raduni, e le panchine sono già stati rimossi. Ora la stessa sorte toccherà all’altare e alla teca che custodisce la statua della Madonna di Trevignano. Le panche in legno che sono state portate via erano 61 ed erano disposte a semicerchio di fronte alla statua della Madonna, per far accomodare i seguaci. Le aveva donate un ex fedele, Luigi Avella, che in seguito aveva anche denunciato per truffa la veggente e il marito di questa, Gianni. Avella aveva inoltre donato 123 mila euro, denaro che era stato utilizzato per realizzare la recinzione che delimita il terreno (mostrata nel servizio di Ghione), per acquistare le statue della Madonna, di San Michele Arcangelo e del crocefisso.