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Pedopornografia, seducevano ragazzini nelle chat di gioco online

Pedopornografia, seducevano ragazzini nelle chat di gioco online

Pedopornografia, seducevano ragazzini nelle chat di gioco online

L’avvento dei social e la possibilità di relazionarsi comodamente dalla propria stanza ha cambiato e migliorato molti aspetti del quotidiano, ma, allo stesso tempo, ha reso più facile ingannare persone e compiere azioni illegali. Nella giornata del 14 ottobre, i carabinieri di Torino hanno arrestato un 27enne di Caltanissetta e un 35enne della provincia di Vicenza con l’accusa di violenza sessuale su minore, pornografia minorile aggravata e detenzione di materiale pedopornografico.

Piattaforme di gioco online per addescare bambini

L’inchiesta era già scattata nel settembre del 2021, quando la madre di una minore aveva denunciato uno degli arrestati (che si fingeva donna), dopo aver scovato una conversazione a sfondo sessuale con la sua bambina in una chat di gioco online. L’uomo aveva conquistato la fiducia della ragazzina, così da spostare il dialogo su WhatsApp, e avanzare richieste di fotografie e video intimi di lei e del fratellino. Anche l’altro indagato avrebbe avuto un comportamento simile. L’intervento della madre, però, è stato decisivo per l’indagine. Dopo aver scoperto il materiale pedopornografico dei suoi bambini, si è rivolta alle forze dell’ordine, che perquisendo uno degli indagati, hanno potuto sequestrare il telefono scoprendo, tra WhatsApp e Telegram, chat incriminanti e che hanno portato a 12 perquisizioni in tutta Italia.
 

L’arresto

Il gip, su richiesta della Procura di Torino ha emesso due ordinanze di custodia cautelare per i due indagati, che avevano convinto una bambina di 9 anni a mandare sulle chat video hot in cui le chiedevano esplicitamente di compiere atti sessuali sul fratellino. Infatti, l’accusa di pedopornografia è aggravata dal reato di violenza sessuale su minore. Gli investigatori si sono resi conto di essere davanti a un circuito più complesso: sono molti i casi di lusinghe sessuali a bambini, revenge porn e manipolazioni online. Questo arresto ha dato il via al sequestro di diversi dispositivi elettronici con migliaia di dati che verranno analizzati. Le vittime adescate sono diverse e il materiale pedopornografico e pornografico che circola tra i vai portali è sempre più in crescita. Le indagini sono ancora in corso.
 

Il problema sta nelle famiglie e in coloro che hanno creato questi portali

 
Come ricorderete, anche Striscia si era occupata di questa piaga virtuale, che sta prendendo il sopravvento sul web: Roberto Lipari ci aveva mostrato l’utilizzo, ormai inappropiato, di piattaforme come Tik Tok e Telegram che vengono utilizzate spesso da ragazzini, (che pubblicano video antisemiti), o mandano su gruppi pornografici o pedopornografici immagini di ex fidanzate con numeri telefonici. Questo uso sbagliato dei social è causa di reati su minori e revenge porn. Lo psichiatra Paolo Crepet trova le radici di questi fenomeni nella famiglia e nel “frullatore di immagini e parole” in cui sono immersi i giovani di oggi. Anche coloro che hanno creato queste forme di intrattenimento sono in parte colpevoli per non frenare in qualche modo queste oscenità.

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