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CPR, ora il governo vuole aprirne di nuovi. Ma cosa sono davvero?

CPR, ora il governo vuole aprirne di nuovi. Ma cosa sono davvero?

CPR, ora il governo vuole aprirne di nuovi. Ma cosa sono davvero?

I servizi di Rajae Bezzaz ci hanno illuminato sulle condizioni di vita all’interno dei centri per il rimpatrio degli immigrati irregolari, i CPR, che ora sono al centro del dibattito anche politico. Il Consiglio dei ministri ha proposto di installarne altri sul territorio italiano, ma a quanto pare molti non sono d’accordo. Tra questi, i presidenti di regione Bonaccini, Giani, Zaia, Roberti e Kompatscher.

Il Consiglio dei ministri ha proposto di creare CPR (Centri di permanenza per il rimpatrio) in ogni regione, ma molti governatori non sono d’accordo. Durante la 35esima edizione di Striscia la notizia Rajae Bezzaz si è a lungo occupata di queste strutture utilizzate per identificare e rimpatriare gli immigrati o coloro che, dopo aver commesso un reato, attendono di venire espulsi. In alcune di queste strutture, però, sono stati denunciati episodi di violenze, con “ospiti” rinchiusi in gabbie, bloccati con fascette e costretti a prendere sedativi. L’inviata ha documentato queste accuse nel primo servizio del filone, che vi proponiamo qui.

Al momento di questi hub ne esistono dieci: tre al nord a Milano, Torino e a Gradisca d’Isonzo in provincia di Gorizia; uno a Roma e gli altri sono in Sardegna e al sud (a Macomer, in provincia di Nuoro, a Bari, a Palazzo San Gervasio, a Brindisi, a Trapani e a Caltanissetta). Il Governo ha annunciato l’intenzione di individuare i luoghi in cui installare le nuove strutture entro qualche mese, ma come dicevamo c’è chi oppone resistenza. 

Bonaccini, Giani, Zaia, Roberti e Kompatscher sono contrari all’apertura dei nuovi CPR 

Tra i più scettici il democratico Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia-Romagna, che ha dichiarato: «I grandi hub hanno fallito, serve un’accoglienza diffusa». Contrario anche l’altro dem Eugenio Giani, che rappresenta la Toscana: «Per quel che mi riguarda non darò l’ok, non esprimerò mai la condivisione a nessun CPR in Toscana, si sta prendendo in giro gli italiani. Cosa c’entra il CPR con la risposta ai flussi emergenziali così forti che arrivano?». C’è poi il leghista Luca Zaia, dal Veneto, che ha detto la sua: «Puntare sui rimpatri è come svuotare il mare con un secchiello». C’è anche chi dice di non essere pronto per accogliere un centro, come il forzista Francesco Roberti, Presidente del Molise: «Non abbiamo strutture idonee da adibire a CPR». Anche Arno Kompatscher da Bolzano è perplesso: «Bisogna uscire dalla logica dello scaricabarile». Mentre dal Friuli il leghista Massimiliano Fedriga appoggia l’idea del Governo: «I centri funzionano molto bene». 

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