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Antonio Ricci: «Nel giorno di Giambruno ho preparato un finto copione. Pier Silvio? Non l’ho sentito»
Corriere della Sera

Antonio Ricci: «Nel giorno di Giambruno ho preparato un finto copione. Pier Silvio? Non l’ho sentito»

Antonio Ricci: «Nel giorno di Giambruno ho preparato un finto copione. Pier Silvio? Non l’ho sentito»

L'ideatore di «Striscia la notizia»: «Ho fatto un favore a Giorgia Meloni: semplificando il cattivo è lui, la vittima stravince sempre. Il suo messaggio è stato efficace, ma non ha speso una parola per le ragazze coinvolte. Marina Berlusconi? Mai sentita al telefono».

Dal Corriere della Sera del 28 ottobre, un estratto dell’intervista ad Antonio Ricci di Renato Franco.

«Sono padrone e mandante di me stesso. Non ho mai avuto un’esclusiva con nessuno. Ai tempi di Drive In tenevo appesa sul muro una vignetta di Altan: vorrei sapere chi è il mandante di tutte le cazzate che faccio». Antonio Ricci si è costruito nel tempo una fama da cane sciolto o lupo solitario (come da titolo di un suo vecchio programma).

I fuorionda di Giambruno sono diventati un caso, ognuno dà una sua lettura: complotto a favore o contro Giorgia Meloni? Comunque sia: complotto. «Vedo tanti opinionisti che dibattono, tutti esperti in ventriloquia e paranormale; sento giornalisti che sostengono che prima di scrivere un articolo devono confabulare con l’editore: possibile che non ci sia nessuno che dice che uno può prendere un’iniziativa di sua volontà? Mi pare una cosa oscena. Qui viene messa in discussione la libertà di stampa, mi chiedo come mai Mattarella non abbia ancora detto niente. La satira deve essere riverente o irriverente?».

Non è la sola cosa che colpisce l’ideatore di Striscia la notizia:

«Tutto questo stupore mi stupisce, non ho scoperto niente di che. Trovo assolutamente coerenti i fuorionda di Giambruno con le cose dette da lui in onda. E poi quel che è successo è banalmente capitato a tutti i grandi leader europei: Re Carlo, Merkel, Pompidou, Giscard d’Estaing…».

Giorgia Meloni però sarebbe furiosa.

«Io credo che la premier soprattutto non abbia sopportato la chiusa sulla mia versione dei fatti: la pioggia che si può trasformare in arcobaleno. Il significato è che certe posizioni così rigide, da pietra, potrebbero anche in maniera positiva trasformarsi in un’apertura verso un mondo che ha bisogno di diritti, certezze e anche regolamentazione».

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