«A Barbara D'Urso ho chiesto di partecipare al tg satirico dentro il Gabibbo. Drive In festeggia 40 anni, tutto iniziò con Beruschi e Greggio a Milano 2».
Dal Quotidiano Nazionale del 16 ottobre 2023, l’intervista ad Antonio Ricci di Piero Degli Antoni.
Antonio Ricci, il 4 ottobre è caduto il 40° anniversario di Drive In, programma storico della tv italiana. Oltre a tutto il resto, rimasto famoso anche per l’unica comparsata televisiva di un giovane Pier Silvio…
«Durante la cena dei Telegatti, nel 1990, Berlusconi ci garantì che l’anno seguente sarebbe venuto ospite da noi Sylvester Stallone. Siccome sospettavo una “ganassata”, gli feci promettere che, se non fosse venuto, ci avrebbe mandato Pier Silvio. E così fu. Nella gag Pier Silvio impersonava un truffatore che, con la scusa di un autografo, faceva firmare dei contratti capestro ai protagonisti del Drive In. Con preveggenza veniva chiarito in modo inequivocabile il ruolo della seconda generazione: la prima è quella che conquista, la seconda è quella che conserva, attenta al soldo, quindi con grandi risparmi e grandi tagli».
Come nacque Drive In?
«Venivo dal successo di tre anni di Fantastico e Popy Minellono mi chiamò per scrivere dei monologhi per Ornella Muti nella nuova trasmissione Beauty Center Show di Valerio Lazarov. Ornella Muti non si fece mai vedere, Julio Iglesias neppure. Insomma, la trasmissione languiva. Nella piazzetta di Milano 2 incontro Enrico Beruschi con Ezio Greggio e Giancarlo Nicotra. ‘Stiamo organizzando un programma per Italia Uno, ci daresti una mano?’, mi chiedono. L’idea mi stuzzica, do le dimissioni da Beauty Center. Vengo convocato in via Rovani da Berlusconi, che ancora non conoscevo, che vuole capire perché. Gli dico che a Beauty Center non so cosa fare, e che invece conosco tutti i cabarettisti italiani, un potenziale da sfruttare. Lui nicchia, non vuole investire su Italia Uno che – mi dice proprio così – considera un ‘parcheggio’ dove sistemare gli artisti sotto contratto ma senza programmi. Allora gli obietto che, se lui non vuole fare il programma, lo produrrò io per poi venderlo alla concorrenza. E a quel punto si decide. Dagli Usa, dove con Grillo avevamo girato Te la do io l’America, avevo maturato l’idea della americanizzazione dell’Italia, con i fast food, le pin up, le basi militari. Ed ecco che, per farne la critica e la satira, nasce Drive In».
Veniamo al presente. Con Pier Silvio alla guida è iniziata la ‘de-trashizzazione’ dei canali. Via Barbara D’Urso, dentro Myrta Merlino. Nella recente conferenza stampa di presentazione della nuova Striscia la notizia – siamo alla 36a edizione – trapelava una sua certa simpatia per Barbara D’Urso…
«Quest’estate l’ho chiamata una mattina per estirparle la promessa di venire il primo giorno di trasmissione dentro il Gabibbo».
Torniamo alla de-trashizzazione…
«È un tentativo che Mediaset sta facendo. Ci sono degli esempi. Guardiamo Silvia Toffanin: conduce un programma elegante che fa anche grandi ascolti. Si può fare una tv di successo senza cadere nel trash più bieco».
Oggi Striscia dura 15 minuti in meno. È dispiaciuto?
«È un esperimento. Parlo con quelli del commerciale e mi dicono che sono soddisfatti. Le aziende si picchiano comunque per fare pubblicità dentro Striscia. Già in passato al sabato finivamo prima, quando c’era una serata forte come quelle di Maria De Filippi. La mia vita è migliorata: adesso vado a cena e poi al cinema o addirittura, come l’altra sera, a teatro». Peraltro da oggi cambiano i conduttori dietro al bancone del tg satirico di Canale 5 (sottotitolo di quest’anno La voce della veggenza): sabato Alessandro Siani e Vanessa Incontrada hanno salutato il pubblico, da stasera arrivano Sergio Friscia e Roberto Lipari.
Pino Insegno non naviga in buone acque. Con il suo Mercante in fiera, su Raidue, viaggia ai minimi termini.
«In tv qualsiasi variazione la paghi. La tv vive di traini, se non l’hai, paghi lo scotto».
Dunque lo assolve?
«Per niente. Pino Insegno nasce colpevole. Sul suo conto per me c’è una macchia indelebile, ha rapito una delle Veline più amate, Robertina (Lanfranchi, ndr). Ai tempi cercai di impedire in ogni modo il loro matrimonio», scherza Ricci.
Lei ha detto di non credere in Dio. Come si prepara al giorno fatale?
«Ma io sono già morto da qualche anno! Non voglio rinascere gabbiano di scogliera o cervo di montagna, ma piattola perché sono abituato a stare sui coglioni».