Se gli si chiede quale sia la cosa che gli riesce meglio, Antonio Ricci nel pieno dell’anno di celebrazione del trentennio di Striscia la notizia, risponde convinto e compunto: «Rompere le scatole al prossimo». Impagabile monello della tv di ieri e di oggi, nel presentare la nuova edizione del suo gioiello, che da lunedì passa dalle mani di Gerry Scotti e Michelle Hunziker a quelle di Ficarra e Picone, alla quattordicesima conduzione consecutiva, il 67enne autore e mattatore, spiega la sua filosofia di guastatore: «Siamo nella stagione preelettorale della par condicio, per cui non possiamo consegnare tapiri, né parodiare i politici, ma siamo sicuri di trovare comunque qualche spunto interessante per il nostro pubblico, che ci segue sempre numeroso: siamo in media al 19% di share, spesso è il programma più visto della giornata e io vanto il record di 300 processi subiti e nessuna condanna». Si parte la settimana prossima, praticamente in contemporanea con il festival di Sanremo, un tempo boccone ghiotto per i guastafeste di Striscia: « È vero, ma ormai non ci si diverte più come una volta». Nemmeno la gestione affidata a Claudio Baglioni potrà stimolarvi? «Verso di lui ho sempre avuto una repulsione istintiva, da quando imperava con “Questo piccolo grande amore”, e lui, preferito di Gasparri e La Russa, rappresentava un budino dolciastro nel mondo musicale, mentre dall’altra parte c’erano De Andrè e la migliore scuola dei cantautori. Ma credo che anche lui sia cambiato». Ficarra e Picone, intanto, si preparano al debutto, godendo del successo che nel 2017 li ha premiati a diversi livelli, a cominciare dal film L’ora legale, maggiore incasso tra le pellicole nazionali: «Ci piace svariare il più possibile, tra cinema, teatro e tv. Alle offerte non diciamo mai di no: ora stiamo pensando al prossimo impegno cinematografico, se ci fosse un buono spunto per il prossimo anno, sarebbe l’ideale».
(il Mattino/Enzo Gentile, 2 febbraio 2018)
17 settembre 2024