Rassegna Stampa

Antonio Ricci sul Ponte Morandi: «L’unica maniera per onorare le vittime è riqualificare il quartiere»
Secolo XIX

Antonio Ricci sul Ponte Morandi: «L’unica maniera per onorare le vittime è riqualificare il quartiere»

Antonio Ricci sul Ponte Morandi: «L’unica maniera per onorare le vittime è riqualificare il quartiere»

Dal piazzale del Santuario di Coronata, appena sveglio, guardavo giù il ponte. Non abitavo là, anche se all’epoca avevo un’imbarazzante somiglianza con la statua del Paciugo, alloggiata in chiesa. Ero il giovanissimo preside dell’Istituto per Periti Agrari e Industriali, insediato nell’edificio che aveva ospitato il Seminario dei Canonici Regolari, e dormivo in macchina.

Di giorno ero preside a Genova, la notte facevo il cabarettista al Derby di Milano con Funari, Andreasi, Cochi e Renato e Faletti. Non avevo materialmente il tempo per tornare a casa ad Albenga e così dormivo tre, quattro ore in macchina alla Coronata. Se trovavo nebbia mi facevo un pisolino in un autogrill, sempre pronto ad arrivare puntuale all’apertura della scuola per nulla stropicciato perché, fin da bambino, ho sempre goduto di insonnia.

Il complesso era stato riaperto da pochi anni. Era stato chiuso per dieci a causa di un “paciugo” gigante e presto dimenticato: i lavori di scavo per la galleria del ponte ne avevano compromesso gravemente la stabilità. Tutto era restaurato di fresco e l’Istituto privato, appena aperto, era oggetto di un’ispezione ministeriale per ottenere la parifica. L’ispettore mal sopportava un preside ventisettenne. «Mia figlia, per due mesi, non è riuscita a fare i corsi abilitanti e adesso chissà quando li rifaranno. Lei è una precaria e lei è già preside. Complimenti signor Preside!».

 Non gli importava che la scuola fosse attrezzatissima e modernissima, era insensibile alle mie dotte citazioni in greco e latino, si preoccupava solo di stalkerizzarmi con pretestuosi formalismi: «Signor Preside, prima si mette la firma e poi il timbro e non viceversa. Può portare all’annullamento dei registri». A pelle sentiva che in me c’era qualcosa che non lo convinceva, arrivò a dirmi: «Signor Preside, ho visto la sua auto parcheggiata sul piazzale: è targata Savona. Non mi dirà che tutte le mattine viene da Savona…».

Non glielo dissi, come non gli dissi che nel bagagliaio avevo la chitarra e che quella notte li non avevo neppure dormito perché, dopo lo spettacolo di mezzanotte al Derby, ne avevo fatto un altro alle due al Settepiù diAffori e poi ero stato a mangiare gli spaghetti al Cuccagna che apriva alle tre e dove spesso c’era Vallanzasca, in più avevo anche accompagnato Faletti nella sua casa di Asti. Alla fine, non essendo per fortuna emerse evidenze sulla bipolarità del preside, la parifica arrivò. Missione compiuta. Ero felice che i ragazzi della Val Polcevera potessero avere l’opportunità di frequentare una scuola di agraria. Noi di Albenga abbiamo un affetto particolare peri polceveraschi.

Negli ultimi venti anni dell’Ottocento la piana di Albenga ospitò l’immigrazione di famiglie contadine provenienti per lo più dalla Val Polcevera. Erano i fittavoli scacciati dalle campagne dall’espansione di Genova e dall’edificazione delle fabbriche. Le zone acquitrinose diAlbenga, dove veniva coltivata la canapa, vennero bonificate, tanto vele e corde servivano meno. La piana fu convertita alla più redditizia coltivazione degli ortaggi e i polceveraschi portarono una mentalità imprenditoriale vincente puntando tutto sull’esportazione nelle grandi città. Per ottenere le preziose primizie (primaticci) utilizzarono cascame di cotone per riscaldare il terreno e poi le serre. Oltre all’introduzione di nuove tecniche agronomiche, i polceveraschi portarono anche le loro esperienze solidaristiche che originarono la fondazione della Croce Bianca, non a caso poi gemellata con la Croce Verde di Pontedecimo.

L’immensa tragedia dell’anno scorso ha lasciato annichiliti perché ha colpito un territorio già storicamente tribolato. Non consola la certezza che, se fosse capitato in un altro momento, il disastro sarebbe stato ancora più grande. Eppure non si poteva non sapere. Ogni volta che passavi su quel ponte avevi la sensazione che tremasse, ma ci spiegavano che era garanzia dell’elasticità dell’opera. Che ne sapevamo noi di stralli e pile? Ci sembrava impossibile che qualcuno potesse dar retta a Vanna Marchi, però abbiamo creduto ai rassicuratori di professione e convenienza.

Renzo Piano ha compiuto un atto di enorme coraggio e generosità donando il suo progetto, per di più con la consapevolezza che si sarebbe esposto a critiche insulse, accoltellato come una Paciuga per il suo gesto d’amore.

C’è stato chi preferiva il progetto del ponte multistrato: un impattante Biscione — bis lungo un chilometro e duecento metri. «Mentre mio figlio è all’asilo al primo livello, mia moglie si depila al beauty centre posto al secondo livello, al terzo passano i tir e io faccio jogging al quarto con due salmoni sotto le ascelle, così nel frattempo li affumico». Stranamente nessuno ha proposto di costruirlo in marzapane.

La sfida vera non è tanto il ponte, quanto quello che ci sarà sotto il ponte. L’unica maniera per onorare le vittime è ripensare e qualificare quella zona. Così come si è fatto il miracolo di trasformare una palude in campi fertilissimi, bisogna riuscire a convertire da negativa a positiva l’accezione dell’espressione “Vivere sotto un ponte”. E go ditu ninte.

Ultime dalla Rassegna

vedi tutte

Potrebbero interessarti anche...

vedi tutti
27 settembre 2024

27 settembre 2024

Su Gigi e il premio di Nino - Vannacci e quella passione sfrenata per Raffaella Carrà - In pericolo di vite - La Meloni perde la Tesla - A Palermo abbandonare i frigoriferi in strada sembra la norma. Anzi: un pasticcio alla norma. - Irene Pivetti, politica, ballerina, cantante e venditrice di auto - L'esordio a Striscia del comico Antonio Ornano - San Severo. Davide Rampello e il pane di "Miscuglio di Aleppo" - Vele di Scampia, senza garanzie nessuno affitta - Taylor Mega, Fedez...

4 giugno 2024

4 giugno 2024

Violino e tastiera portatile, il duo che ha il fattore Strix - La prova più importante per Ursula von der Leyen è quella costume - Il pavone che non ha spazio per fare la ruota - Per salvare le Torri di Varano servirebbe un bonus Federico II - Il tubo fognario è vecchio e pericoloso ma a pagare sono i cittadini - Visite per l'idoneità alla pratica sportiva: il medico dov'è? - La casa sulla voragine, paura a Vallisnera dopo la frana - Il "Baccalà alla messinese"

3 giugno 2024

3 giugno 2024

I talenti di Strixfactor vincono il palco di"Striscia - La Russa e il virus antifascista - Roma, al Palazzo di Giustizia sono tornati gli scontrini - Auto mai consegnate, a Torino nessun rimborso all'orizzonte - Gadget a tutta tecno, compreso R2-D2 frigobar semovente - Le follie delle fiction, tra medici esagerati e cannoli fantasma - I taroccatori di chilometri truccano i numeri prima della revisione - Ossessionati dai like? Lucci a caccia di confessioni - I politici italiani ringraziano...

30 maggio 2024

30 maggio 2024

A Strixfactor c'è sempre spazio per la musica - Il Vespone a tu per tu con quella s***a della Meloni - Da Musica & Legalità "solo supporto organizzativo alla beneficenza" - Testamento sparito, piccoli gruzzoli e grandi bonifici - Laura Pausini dimagrisce stando a letto? Qui c'è puzza di truffa - Elly Schlein e Roger, uguali come due gocce di… Waters! - Cerignola, novità per il canale che bolle tra scarichi abusivi - A Striscia il cartellone: «È cacca ai ladri» - La Elly Schlein

24 maggio 2024

24 maggio 2024

A Strixfactor c'è chi fa il ritratto di Gerry Scotti - Dal Governo si va via? Lollobrigida: «Io.. io... no» - Castell'Arquato. Qui la distillazione dà una seconda vita ai frutti della terra - Monza e Brianza, viaggio in treno o viaggio della speranza? - Morello, le criptovalute e le piantumazioni mai avvenute - «Ma Amadeus dove sta? Sta rosicando forte, sento il "crik crok crak" da qua!» - Parma, famiglia sotto sfratto: a volte la realtà è diversa da come appare…

23 maggio 2024

23 maggio 2024

Strixfactor, il talento per l'imitazione - Ladri in casa di Salvini o una semplice cena tra colleghi? - A Licata è emergenza erosione costiera - Gadget curiosi? Provate il giardino zen da tavolo che sa disegnare - A Milano si vende cibo scaduto - A Striscia il cartellone c'è un pittore con un cognome che calza a pennello - Foggia, furti e campi di grano incendiati - Roma, candidati civetta ne abbiamo? - Salto del tornello? Meglio un biglietto per due - Corruzione tra i vip? C'è chi accett...

17 maggio 2024

17 maggio 2024

Strixfactor, la passione e il talento per la musica - Ignazio La Russa, un uomo democraticamente bello - Griffe tarocche, Trombetta mette in guardia dalle trappole - Capraia, uno degli allevamenti ittici più avanzati del Mediterraneo - Napoli, il mistero dei sacchetti con le gambe... - Che satira tira? Fassino testimonial di Pier'Or Mariuòl - Il dissenso comodo e il sessismo di Lagioia verso Melissa P - Highlander Dj, «Qui non siamo nel west, dillo tu a Bruno Vesp» - Tumori, le tante bugi...